Storia di una capinera
  • 9788865963050
  • Mondadori
  • 1991

Storia di una capinera

di Giovanni Verga

In un romanzo epistolare, la tragica vicenda di Maria, una povera giovane costretta dalla matrigna a farsi monaca e a essere rinchiusa in un convento dove si spegnerà per mancanza di amore e di libertà. Un romanzo in cui si intrecciano l'idillio agreste e la negazione della vita, la speranza e la disperazione, il desiderio di vivere e l'ineluttabilità della morte. Il più significativo romanzo di Giovanni Verga prima dei suoi due capolavori assoluti: "I Malavoglia" e "Mastro don Gesualdo". www.ibs.it


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Commenti (4)

30/01/2013 - Rosa Mazzarrino
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Siamo in Sicilia, nel mondo dell'aristocrazia piena di pregiudizi e tabù; la protagonista è Maria, una giovane ragazza che, rimasta orfana di madre, è costretta dalla matrigna ad entrare in convento. La matrigna non sopporta la sua presenza in casa e d’altronde lei ha già due figli e per una questione economica per Maria non possono esserci altre strade se non quella della vita monastica. Durante un’epidemia di colera, la novizia ha il permesso di trascorrere un po’ di tempo in campagna insieme alla sua famiglia; e qui scrive alla sua amica Marianna e qui conosce una famiglia di amici, tra i quali c’è Nino di cui si innamora. All’inizio sono giorni pieni di gioia, felicità per il fatto di trovarsi in mezzo ai suoi cari, all’aria fresca e “libera” della campagna ma col tempo cominciano ad alternarsi stati di allegria a momenti improvvisi di tristezza, le attenzioni di lui la turbano, la sconvolgono, deve soffocare perché è suo “dovere” farlo; si chiede perché lei non può amare come le altre, perché per le altre “amare”non è peccato come per lei; è in preda all’angoscia e non c’è nessuno che può consolarla perché non c’è nessuno con cui confidarsi e che la comprenderebbe senza condannarla, se ci fosse stata sua madre si sarebbe gettata tra le sue braccia per farsi consolare. Alla fine si rassegna, sente che nel convento troverà pace e tranquillità, ma così non è; viene anche a conoscenza del fatto che Nino ha sposato la sua sorellastra e che sono andati a vivere proprio di fronte al convento e lei può vederlo dalle grate della sua prigione: il dolere è infinito fino al punto di farla impazzire. Un romanzo intenso, fatto di sentimenti soffocati, di libertà negate non solo dalle scelte degli altri ma anche dalle nostre stesse decisioni. La libertà quando è negata non importa da chi, se dagli altri o da se stesso comporta sempre sofferenza e dolore.

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27/02/2013 - Lori
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Uno dei miei libri preferiti, romantico e straziante allo stesso tempo. Qui non esiste il Verga verista, ma ancora abbiamo strascichi del romanticismo che ci riportano nella Sicilia del 1850 con le sue tradizioni e i suoi pensieri. Scritto in forma epistolare, la nostra Maria narra a Marianna, sua amica del convento, della sua dolorosa storia d’amore nata sul Monte Ilice; purtroppo Maria sarà costretta a farsi monaca di clausura anche se il suo sentimento è nato e ricambiato, da qui tutta la sua dannazione che la porterà alla morte. La narrazione è fresca, si legge tutta di un fiato e Maria ci trascina con lei nel suo abisso di tormenti e felicità. Ammetto di aver pianto alla fine tanto ero presa dalla narrazione. Perché il titolo? Verga nella prefazione parla di una capinera chiusa in gabbia che due giorni dopo muore di malinconia nonostante le cure ricevute dai bambini, così parte la narrazione della madre dei due piccoli di “un’infelice di cui le mura del chiostro avevano imprigionato il corpo, e la superstizione e l’amore avevano torturato lo spirito”. Da leggere assolutamente!!!

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15/07/2014 - simona72
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la disperazione pura di una donna costretta a farsi monaca contro il suo volere.. di una tristezza infinita

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07/06/2016 - Matik2003
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"Quanto siamo meschini, amica mia, se non possiamo essere giudici della nostra stessa felicità." "Storia di una capinera" è la storia di Maria adolescente siciliana orfana di madre, che il padre, succube della nuova moglie, ha destinato ad una vita di clausura in un convento di Catania. Durante l'epidemia di colera, la famiglia insieme a Maria si rifugia, per paura del contagio, sulle pendici dell'Etna ed è qui che la ragazza conosce Nino e se ne innamora, ma non solo, capisce quanto bella possa essere la libertà come la stessa natura, i fiori, il canto degli uccelli, il rumore del ruscello che scorre, i tramonti e il sopraggiungere della notte stellata e la lucente luna, il castagneto, le lunghe corse a perdifiato con il vento nei capelli e il sole che riscalda. Le gioie e i dolori di Maria sono scanditi nel romanzo dagli agenti della natura, è libera con la sua famiglia alle pendici dell'Etna e l'uccellino la sveglia canticchiando ed un raggio di sole la riscalda, tutto intorno a lei è meraviglioso e splendente, va in convento, tutto è silenzioso, freddo, non è possibile vedere il cielo stellato a causa delle grate e delle severe regole della badessa, proprio per questo continuo rapportarsi con la natura il libro per il lettore risulta poetico, lirico e suggestivo. "Fra me e tutta questa vita che mi circonda, domani, fra poche ore, si leverà un muro insormontabile, un abisso, una parola, un voto.....Fra me e il mondo, la natura, la vita, c'è qualche cosa di più pesante di una lapide, di più muto di una tomba." Il romanzo è scritto sotto forma epistolare, le lettere che Maria scrive alla sua amica Marianna, raccontano tutti i suoi stati d'animo: la felicità, i turbamenti ed il delirio finale. Il Verga affronta il tema della monacazione forzata, pratica diffusa alla fine dell'800, quando le ragazze orfane di madre, venivano costrette ad una "non" vita all'interno del convento, private della loro libertà di vivere il mondo e di amare, un'ingiustizia che l'autore paragona alla povera piccola capinera costretta a stare in una gabbietta e che pian piano, non potendo esser libera di volare decide che è meglio morire. La triste vicenda di Maria, scritta da Verga, è rivolta alle lettrici che amano le narrazioni sentimentali-poetiche e sul "mistero" del cuore umano, quanta sofferenza inflitta ad una ragazza che vuole vivere liberamente la propria vita. Un romanzo, che ho trovato un po' lontano, rispetto ai tempi che viviamo, con una scrittura delicata, poetica e suggestiva, che racconta una storia triste e malinconica.

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