Mastro-don Gesualdo (1889) è il secondo grande romanzo di Verga che, dopo I Malavoglia, doveva far parte del cosiddetto Ciclo dei vinti, una serie incompiuta di cinque testi impiantati sulla concezione del mondo verista. Il manovale Gesualdo conquistato il titolo di “don” dopo duro lavoro e sacrifici sposa una nobile, Bianca Trao, per sancire la sua definitiva ascesa sociale. Bianca però accetta il matrimonio solo perché la sua famiglia è in rovina. Le vicende trovano nel finale un’amara sconfitta dell’uomo Gesualdo, un vinto e un alienato sociale. Verga si attiene sempre alla poetica dell’impersonalità, che impone al narratore di non intervenire con considerazioni personali ma lasciare che i fatti si susseguano come quadri di scena e riesce a pensare un romanzo completo in tutti i suoi aspetti e complesso nelle tematiche trattate. Giovanni Carmelo Verga nasce a Catania il 2 settembre 1840. È comunemente riconosciuto come il principale esponente del verismo italiano. Autore di diverse raccolte di novelle deve la sua fama soprattutto ai romanzi (I Malavoglia, Storia di una capinera). Numerose sono le trasposizioni teatrali e cinematografiche delle sue opere. Muore a Catania il 27 gennaio 1922.