Andrea Camilleri prolifico Autore creatore del Commissario Montalbano ci offre un romanzo politico-finanziario da molti definito thriller.Protagonisti: una grande azienda, la Manuelli, che sostiene l'economia del Paese e dà lavoro a migliaia di operai, il suo presidente, vecchio padre della rinascita industriale italiana, il figlio di lui, inetto e velleitario, ,il direttore del personale, abile e cinico e il direttore generale, il solo a non mostrare cedimenti: Mauro De Blasi. Su questa realtà si allunga l'ombra della crisi: e allora bisogna tagliare e cassintegrare, trattare con ministri e sottosegretari, fronteggiare sindacalisti e occupazioni. Ma la Manuelli resite, anzi, fiuta l'affare: si tratta dell'azienda Birolli, il cui proprietario è assillato dai creditori e pronto a svendere tutto pur di salvarsi. Un solo bene nemmeno il curatore fallimentare potrebbe togliergli: la nipote Licia, superbo esemplare di femmina determinata, intelligente e sensuale. Ancora una volta Mauro De Blasi si dimostra più furbo di tutti anche se c'è qualcosa, uno strano fenomeno, che inizia a manifestarsi con inquietante frequenza nelle sue giornate: l'intermittenza cioè vuoti di memoria piccoli black out che gli fanno pensare“Fu allora che ebbe lacerante certezza della prossimità della sua morte”. Un thriller finanziario spietato, un dramma che ha il passo implacabile che Camilleri ci ha già mostrato in "Un sabato, con gli amici"mi è piaciuto anche se non so cosa ma mi sembrava mancasse,ma Camilleri ( quando non scrive in siciliano) mi piace molto Da Leggere!