Risale a molti anni fa il mio desiderio di conoscere Giovanni Verga e quindi di leggerne molte opere tra cui anche Mastro Don Gesualdo.Pur non essendo d'accordo con la sua visione pessimistica della vita i personaggi che ispirano i suoi romanzi mi hanno sempre affascinato . Sono dei vinti che si rassegnano al loro destino come Padron Ntoni nei Malavoglia e Mastro Don Gesualdo nell'omonimo romanzo..E' un ex muratore che si è fatto con le sue mani ed è riuscito ad accumulare grandi ricchezze. Vuole elevarsi anche socialmente e sposa una nobile decaduta che aveva perso l'onore con un cugino. Non è una soluzione Mastro Don Gesualdo sarà sempre disprezzato dalla moglie e dai suoi parenti per le sue umili origini. Anche la figlia nata dopo il matrimonio, ma non figlia di Mastro Don Gesualdo gli sarà sempre contro.Sempre più solo, escluso dalla plebe, a cui appartiene perchè è diventato "Don" non sarà mai accettato dai nobili che lo ritengono non degno del loro rango.Attaccato alla "sua roba" aveva rinunciato ai veri sentimenti per la sua serva dalla quale aveva avuto due figli. Una figura complessa che Verga cerca di trattare senza coinvolgimenti emotivi, ma che non può mascherare la profonda pietà che essa gli ispira. Un romanzo dalle tinte forti che ancor oggi si legge volentieri come tutti i grandi capolavori e che consiglio. Incipit: "Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, si udí un rovinio, la campanella squillante di Sant'Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando: "Terremoto! San Gregorio Magno!" Explicit: "Così, nel crocchio, narrava le noie che gli aveva date quel cristiano – uno che faceva della notte giorno, e non si sapeva come pigliarlo, e non era contento mai. – Pazienza servire quelli che realmente son nati meglio di noi... Basta, dei morti non si parla. – Si vede com'era nato... – osservò gravemente il cocchiere maggiore. – Guardate che mani! – Già, son le mani che hanno fatto la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!... – Allora, – disse il portinaio, – devo andare a chiudere il portone? – Sicuro, eh! È roba di famiglia. Adesso bisogna avvertire la cameriera della signora duchessa." Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga