Danny l'eletto
  • 9788811683421
  • Garzanti Libri
  • 01/01/2007

Danny l'eletto

di Chaim Potok

A Brooklyn, negli anni della seconda guerra mondiale, due ragazzi, Reuven Malter e Danny Saunders, s'incontrano in un campo da baseball nel corso di una partita che presto assume i connotati di una guerra santa. Entrambi ebrei, Danny e Reuven appartengono a due diverse comunità religiose, che da sempre si guardano con sospetto e diffidenza. Reuven, figlio di uno studioso del Talmud, è quello che Danny, chassid intransigente, definisce sprezzantemente un «apicoros», cioè un eretico, che ha l'ardire di profanare la lingua sacra studiando le materie scolastiche in ebraico anziché in yiddish. La ferita che Danny infligge a Reuven durante la partita è anche una ferita simbolica, di sfregio e di sfida. Fonte http://www.ibs.it/code/9788811685227/potok-chaim/danny-eletto.html


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Commenti (2)

10/11/2012 - sofia
utente
Chaim Potok, morto nel 2002,è stato uno scrittore e rabbino statunitense.Danny l'eletto, pubblicato nel 1967 gli dette notorietà come scrittore.Il nome Chaim in ebraico significa vita. Nato nel Bronx da una famiglia ebrea che proveniva dalla Polonia fu arruolato come cappellano militare durante la Guerra di Corea. Danny l'eletto è in parte autobiografico e raggiunse il massimo successo dopo la trasposizione cinematografica del 1981.Il libro è ambientato a Brooklin durante le ultime fasi della Seconda Guerra mondiale e dell'immediato dopo guerra. ele ripercussioni che la Shoah ha scatenato negli ebrei ormai americani.Il narratore è Reuven Malter che narra il suo primo incontro con Danny l’eletto, “the Chosen”, come lo chiama Chaim Potok ad una partita di softball.Due le squadre in campo che si sfidavano e diventavano emblematiche della comunità ebraica che sarebbe rimasta dopo l’orrore della Shoah.Reuven e Danny hanno la stessa età ma non si sono mai conosciuti poiché appartengono a due comunità ebraiche differenti: il padre di Reuven è un insegnante e studioso del Talmud, ma il padre di Danny è un severissimo rabbino chassidico che vede decisamente di cattivo occhio ogni deroga dalla legge religiosa.Fra i due durante la partita parte un gioco di sguardi e di odio. Sono antagonisti Danny figlio del Rabbino Saunders, tragica e complessa figura che regge in se' immenso dolore, immenso amore, e una stoica intransigente coerenza nel procedere sul percorso che gli e' stato imposto e che lui ha accettato in tutto e per tutto, ma capace d'inaspettata flessibilita' proprio laddove questa si traduce per lui in struggente sofferenza.Sono chassidim ebrei ortodossi che vestono sempre di nero con i riccioli spioventi sul capo e le frange fuori dai pantaloni.definiscono gli ebrei come Reuven "apicorsim", per loro ebrei che rinnegano i fondamenti della propria fede, che studiano il Talmud in lingua ebraica e non in yiddish (il che significa profanare la lingua santa) approfondendo anche materie inglesi più di quante ritenute necessarie (distraendo così dallo studio del Talmud). La partita diventerà uno scontro fra due fazioni i chassidim e gli apriconsim e Reuven verrà colpito violentemente da una palla lanciata da Danny in un occhio e portato in ospedale.Sarà l'inizio della loro amicizia e l'inizio del lettore in un viaggio su una cultura ebraica antichissima e di riscontro anche un viaggio che dalla parte opposta porta al presente, al mondo moderno con le sue difficolta', i suoi "doni", le sue sfide, le sue lusinghe e le sue contraddizioni.E' la storia di un'amicizia ma non solo ci sono metodi educativi all'opposto il padre di Reuven che educa parlando e il padre di Danny che educa col silenzio.Danny soffre e Reuven soffre con lui quando capisce che l'amicoè intrappolato in scelte obbligate che vuole spezzare. Definirei questo libro maestro di vita, un talismano educativo da leggere e rileggere. E' un libro che affascina qualunque sia la tua fede religiosa. Lo stile fluido,accattivante.I personaggi descrittiin modo assolutamente accurato.Una lettura che coinvolge tanto che alla fine vorresti ancora sentire parlare di Danny e Reuven e dei loro affascinanti genitori. Consiglio la lettura!

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09/12/2012 - Gino
utente
Chaim Potok è nato nel 1929 e si è laureato allo Jewish Theological Seminary. Dopo essere stato ordinato rabbino, ha servito come cappellano militare durante la guerra di Corea e per molti anni è stato datore capo della Jewish Publication of America. Vive in Pennsylvania con la moglie e i suoi tre figli. Reuven era un ebreo americano figlio di un giornalista studioso del Talmud che studiava in una yeshivà. Un giorno, negli anni in cui era in corso la seconda guerra mondiale, venne organizzata una partita di softball tra la squadra della sua scuola e quella di un’ altra yeshivà. Proprio durante la partita un giocatore avversario, Danny Saunders, scagliò una palla molto violenta che lo colpì sul volto. Rauven volò a terra e dovette essere portato urgentemente all’ ospedale. Il dottore disse che una scheggia degli occhiali, che il ragazzo portava, era finita nell’ occhio e l’ aveva tagliato. Qualche giorno dopo venne operato con successo, ma dovette stare in ospedale per una settimana senza poter leggere. In questa settimana, mentre gli alleati erano sbarcati in Francia e la fine della guerra si avvicinava, Danny lo andò a trovare per scusarsi, ma Rauven arrabbiato con lui per quello che aveva fatto, lo cacciò. Venuto a conoscenza di ciò, il padre di Rauven, David Malter, lo rimproverò per non averlo ascoltato e perdonato; così il giorno seguente Danny tornò e fece pace con Reuven. Questo potrebbe essere un piccolo riassunto del libro senza però svelare l’epilogo fatto di ostacoli, incomprensioni, rapporti bloccati. Temi cardine del libro: l’amicizia che incarnano i due protagonisti, l’educazione dei figli che si evince dalla contrapposizione degli stili delle due famiglie e infine la religione ebraica vissuta da entrambi in maniera differente. “Gli esseri umani non vivono in perpetuo. Viviamo meno di quanto dura un batter d'occhio, se si commisurano le nostre vite all'eternità. Può quindi essere lecito chiedere qual è il valore della vita umana. C'è tanta sofferenza in questo mondo. Che significa dover tanto soffrire se le nostre vite sono nient'altro che un batter d'occhio? ...ho imparato molto tempo fa che un batter d'occhio è nulla, di per se stesso. Ma l'occhio che batte, quello si che è qualcosa. Lo spazio di una vita è nulla. Ma l'uomo che la vive, lui si che è qualcosa. Lui può colmare di significato questo spazio minuscolo, cosicché la sua qualità sia incommensurabile, sebbene la quantità possa essere irrilevante.”

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