Vipera. Nessuna resurrezione per il Commissario Ricciardi
  • 9788806203436
  • Einaudi
  • 2012

Vipera. Nessuna resurrezione per il Commissario Ricciardi

di Maurizio De Giovanni

Una nuova primavera si affaccia, e tenta uomini e donne con i suoi profumi, ma anche il male è nell'aria. Manca una settimana a Pasqua nella Napoli del 1932. Al Paradiso, esclusiva casa di tolleranza nella centralissima via Chiaia, Vipera, la prostituta più famosa, è ritrovata morta, soffocata con un cuscino. L'ultimo cliente sostiene di averla lasciata ancora viva, il successivo di averla trovata già morta. Chi l'ha uccisa, e perché? Ricciardi deve districarsi in un groviglio di sentimenti e motivazioni. Avidità, frustrazione, invidia, bigottismo. Amore. La scoperta di passioni insospettabili si accompagna alla rivelazione di una città molto diversa da come appare. Sotto i nostri occhi prendono forma, vivissimi e veri, illuminati da dettagli sorprendenti, sorretti da una genuina vocazione narrativa, i mercati, i vicoli, le strade, i mestieri, la rete rigogliosa dei commerci vecchi e nuovi, accanto alla vigliaccheria e al coraggio, alle violenze arroganti di chi pensa già di essere impunito per sempre perché indossa una camicia nera. Tanto che uno dei compagni di Ricciardi, il dottor Modo, vecchio estimatore di Vipera, finisce per cacciarsi in un guaio molto serio... E il romanzo, come non mai, sembra costruirsi da solo, sotto le mani abili di chi sa dosare e mescolare gli ingredienti più diversi, come accade nelle vere ricette del periodo pasquale di cui è insaporita la storia.


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Commenti (2)

02/12/2012 - brontolo
utente
Sesto atteso romanzo di De Giovanni con protagonista il Commissario Ricciardi. Finita la serie del e stagioni e passato il Natale, siamo questa volta nella settimana che precede la Pasqua e che vede l'irrompere della primavera in una Napoli ancora infreddolita dall'inverno. Come sempre l'ambientazione è suggestiva e particolare cura e amore sono dedicati alla descrizione della città e a tutte le tradizioni e ai cibi legati alla festa. L'omicidio di una prostituta nel miglior bordello della città offre all'autore lo spunto per raccontare non solo la vita di queste donne, i loro sogni e le speranze disattese, ma anche quelle degli altri personaggi che vi gravitano attorno, il tutto fatto con delicatezza e senza nessun tipo di giudizio morale. La casa di appuntamenti è in fondo un crocevia di solitudini, di disperazione, ma anche un luogo dove cercare l'illusione di felicità, di ricchezza, d'amore. La scrittura è sempre accattivante, coinvolgente, poetica nella descrizione non solo dei sentimenti dei personaggi ma anche dei profumi e dei suoni della città. Devo dire però che rispetto ai precedenti l'insieme comincia a segnare un po' il passo. La serialità come spesso capita può diventare un limite, specialmente nella caratterizzazione dei personaggi e delle loro vicissitudini personali. La storia di Ricciardi con le due donne che se lo contendono comincia a risultare un po' troppo tirata per le lunghe e ripetitiva con il rischio di risultare decisamente improbabile a meno che non si faccia una deciso passo avanti nelle loro storie. E nonostante un sempre simpatico Maione, ho l'impressione che i personaggi principali abbiano al momento detto tutto quello che avevano da dire, il solo personaggio che trovo ancora molto vivo e potenzialmente sviluppabile è l'adorabile Bambinella. In questo romanzo anche la trama gialla è decisamente debole e intuibile sin dalle prime pagine e quando tutto risulta chiaro fin da subito, un giallo perde mordente, non c'è nulla da fare.

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17/04/2013 - Michelle
utente
Ci rivediamo (forse) alla prossima festa comandata in calendario. "Riccià, ormai siamo amici per cui sappi che ho controllato, se ti va bene facciamo il 19 settembre, San Gennaro, il sangue c'è già, tu occupati della liquefazione. Ti avverto però che non so se ti leggerò ancora perché sai, gli uomini perennemente incasinati e dolenti, quelli che sostengono il dolore del mondo sulle loro spalle, alla fine mi stanno un filino sulle palle. Tu sarai tanto misterioso ed affascinante neh ma mi sembri un codardo di prima categoria." Fine del mio messaggio personale al commissario Ricciardi. Decisamente deludente rispetto ai precedenti, la scrittura di De Giovanni rimane avvolgente ma qui manca la trama, c'è poca atmosfera, il colpevole si intuisce prima della fine (peccato mortale in un giallo) ed il finale viene lasciato aperto, in modo quasi imbarazzante, nell'attesa di un nuovo episodio. Piacevole il racconto della leggenda sulla pastiera napoletana.

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