Sesto atteso romanzo di De Giovanni con protagonista il Commissario Ricciardi. Finita la serie del e stagioni e passato il Natale, siamo questa volta nella settimana che precede la Pasqua e che vede l'irrompere della primavera in una Napoli ancora infreddolita dall'inverno. Come sempre l'ambientazione è suggestiva e particolare cura e amore sono dedicati alla descrizione della città e a tutte le tradizioni e ai cibi legati alla festa. L'omicidio di una prostituta nel miglior bordello della città offre all'autore lo spunto per raccontare non solo la vita di queste donne, i loro sogni e le speranze disattese, ma anche quelle degli altri personaggi che vi gravitano attorno, il tutto fatto con delicatezza e senza nessun tipo di giudizio morale. La casa di appuntamenti è in fondo un crocevia di solitudini, di disperazione, ma anche un luogo dove cercare l'illusione di felicità, di ricchezza, d'amore. La scrittura è sempre accattivante, coinvolgente, poetica nella descrizione non solo dei sentimenti dei personaggi ma anche dei profumi e dei suoni della città. Devo dire però che rispetto ai precedenti l'insieme comincia a segnare un po' il passo. La serialità come spesso capita può diventare un limite, specialmente nella caratterizzazione dei personaggi e delle loro vicissitudini personali. La storia di Ricciardi con le due donne che se lo contendono comincia a risultare un po' troppo tirata per le lunghe e ripetitiva con il rischio di risultare decisamente improbabile a meno che non si faccia una deciso passo avanti nelle loro storie. E nonostante un sempre simpatico Maione, ho l'impressione che i personaggi principali abbiano al momento detto tutto quello che avevano da dire, il solo personaggio che trovo ancora molto vivo e potenzialmente sviluppabile è l'adorabile Bambinella. In questo romanzo anche la trama gialla è decisamente debole e intuibile sin dalle prime pagine e quando tutto risulta chiaro fin da subito, un giallo perde mordente, non c'è nulla da fare.