Inizio con il rimangiarmi quanto detto poco tempo fa, quando scrissi che i libri di De Giovanni non erano i primi che avrei scelto in un elenco.Non solo ho comprato " Per mano mia" appena uscito, ma ne ho già preso un altro. I suoi personaggi ti entrano sottopelle ,pagina dopo pagina, sono descritti con un amore ed una partecipazione che non possono non colpire.Li senti vivi, palpitanti , partecipi alle loro emozioni e non riesci a staccartene. Rispetto al precedente libro, ritengo questo ancora più poetico , non solo per i temi trattati ,l'amore per i figli ed il desiderio di vendetta ma anche e soprattutto per la descrizione di Napoli che ne esce : suoni , odori, sapori e rumori di una città piena di contrasti, e poi la sua gente disperata ma forte ,povera ma generosa, tollerante ed accogliente: un presepe.Ed è infatti la Napoli dei giorni che precedono il Natale quella che ci viene descritta, con le sue tradizioni dense di significati ; molto interessanti le spiegazioni sul significato che il presepe ha per i napoletani e le riflessioni sull'avvicinarsi di questa festa che dovrebbe unire ed essere gioiosa, per tutti.
Trovo "Per mano mia" un romanzo più corale, la figura di Ricciardi è sì sempre al centro dell'indagine, ma gli altri personaggi qui hanno un ruolo più importante a cominciare da fido Maione. Solo "il Fatto" sembra relegato un po' in secondo piano..o forse sono gli altri sentimenti descritti che lo sovrastano relegandolo a quasi solo un accenno ogni tanto,ma in fondo anche il Natale dovrebbe portare oltre alla serenità, un messaggio di compassione e partecipazione al dolore altrui .
La trama gialla è ben studiata e non mancano i depistaggi , però...però...io ci ho preso!!!!!
Non male il tipo:
"Eccomi qui, penso Ricciardi. Uno come tanti, in mezzo alla folla. Né grasso né magro, né alto né basso; le piccole mani nervose affondate nelle tasche del soprabito, un ciuffo ribelle di capelli sulla fronte. Uno come tanti, in mezzo alla folla.
L'unica differenza,rifletté con amarezza, è proprio la folla. La mia è fatta di vivi e di morti, di indifferenza e di dolore, di urla e di silenzi. Sono l'unico cittadino di una città fatta di gente che è morta e pensa di essere viva, o di gente che respira e pensa di essere morta
Non male, può facilmente creare assuefazione. "
Il mio primo incontro col commissario Ricciardi, al cui ritratto vanno aggiunti, per completezza, due occhi verdi pieni di disperazione, avviene più o meno alla vigilia del Natale.
Un personaggio affascinante ed un comprimario, il brigadiere Raffaele Maione, che riesce a commuovere grazie alla sua umanità.
Peccato solo per l'eccessiva ridondanza di particolari scenografici ed etnografici napoletani che appesantiscono la fluidità della storia. Può essere interessante conoscere i dolci natalizi tipici napoletani ma ancora un po' e ne scriveva pure la ricetta.