Con Il dono di Asher Lev Chaim Potok ci porta ancora nella mente del protagonista de Il mio nome è Asher Lev. Ormai è adulto sposato con due bambini e la morte dello zio lo riporta a Brooklyn. Non è cambiato niente i membri della sua comunità Chassidim sono ancora contro Asher Lev per le sue opere. Si sente in trappola e la settimana in cui lui doveva partecipare al lutto per lo zio si allunga oltremodo. Il Rebbe manovra ancora la sua vita e decide per lui.Asher Lev ha un momento di crisi anche nella sua arte e spesso rivede le persone a lui care che ormai non ci sono più.Anche in questo libro Potok ci fa immergere in una religione che per noi è troppo austera e pragmatica. Il non voler accettare il dono per la pittura di Lev porta tutta la comunità Landover ad una chiusura mentale che il lettore fa fatica ad accettare. In sostanza questo secondo libro non aggiunge granchè al primo, però l'autore sa parlare della sua gente in modo che attrae. Sicuramente è un libro che fa molto riflettere. Consigliato!