Il ladro di merendine
  • 9788838913198
  • Sellerio
  • 1996

Il ladro di merendine

di Camilleri Andrea

Terzo giallo di Andrea Camilleri che vede come protagonista Salvo Montalbano, il commissario di stanza a Vigàta, immaginaria cittadina siciliana. Questa volta il commissario, sospetta l'esistenza di un collegamento tra due morti violente: quella di un tunisino imbarcato su di un peschereccio di Mazara del Vallo e quella di un commerciante di Vigàta accoltellato dentro un ascensore. Per Camilleri la Sicilia di oggi è fonte continua di ispirazione e scoperta, di intrecci di romanzo poliziesco e di osservazione su di un costume magari inquietante ma certamente non statico, che gli suggerisce un linguaggio, una parlata mai banale nè risaputa. (da IBS)


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Commenti (2)

06/09/2011 - val51
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Premetto che sono una fan di Camilleri. In questo giallo Montalbano oltre essere alle prese con morti violente come sempre, viene in contatto con François, un orfanello, a cui si affezionera' insieme a Livia a tal punto da cercare di adottarlo. Montalbano instaura con il bambino un rapporto di forte intimita' riuscendo a confidargli cose personali mai dette a nessuno, come la malattia del padre. Questo e' senz'altro uno dei romanzi di Camilleri piu' belli proprio per questa aggiunta che ci fa conoscere un Montalbano piu' umano. BELLISSIMO

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05/12/2016 - Acrasia
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Terzo capitolo della saga Montalbano in cui il nostro commissario, oltre a trovarsi come al solito coinvolto in delicate indagini che affronterà con la solita verve, deve fare i conti con la propria sfera personale e con sentimenti accantonati che riaffiorano per essere stavolta affrontati. Facciamo la conoscenza di François, un bambino tunisino a cui subito Montalbano si affeziona e a cui racconta i suoi segreti inconfessati, con lui riesce ad aprirsi come non ha mai fatto con nessuno, addirittura con Livia pensano di adottarlo e si parla anche di matrimonio... e veniamo a sapere di un padre con cui non è in buoni rapporti ma la cui malattia porterà Salvo a riavvicinarsi, ma sarà troppo tardi. Grazie al consueto misto di ironia e serietà, il dialetto siciliano che qua e là vivacizza il racconto, mi trovo a confermare il mio apprezzamento per queste storie quotidiane ma fuori dal comune.

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