Vent’anni dopo Il dio del fiume, il romanzo che ha consacrato Wilbur Smith al successo di scrittore bestseller in Italia, il re dell’avventura torna all’antico Egitto con il romanzo più avvincente, trascinante e appassionante di sempre.
"Aton batté le palpebre dei suoi occhietti affondati nei rotoli di grasso, poi sollevò lo sguardo dalla tavola del bao posata fra noi due, volgendolo sulle due giovani principesse della Casa reale di Tamose, che si stavano divertendo a sguazzare nude nelle limpide acque della laguna.
“Non sono più bambine”, commentò con naturalezza, senza alcuna traccia di lascivia. Sedevamo l’uno di fronte all’altro sotto un pergolato coperto di fronde di palma, accanto a una delle lagune del grande fiume Nilo.
Sapevo che l’accenno alle ragazze rappresentava un tentativo per distrarmi dalla sua prossima mossa con le pietre del bao. Aton non ama perdere, quindi non si fa troppi scrupoli riguardo a come vince." Uncipit del romanzo Il Dio del deserto di Wilbur Smith. Dirà l'autore :-Sono tornato a parlare di Taita e a scrivere la serie sul ciclo egizio, perché ho uno speciale legame con questo personaggio che in qualche modo è il mio alter ego. Mi parla in prima persona e quindi scriverne non può che darmi grandi soddisfazioni.- Sono passati 22 anni dall'ultimo romanzo di Wilbur Smith della " serie egizia"intitolato Il Dio del fiume. Rispetto a quest'ultimo ho notato un approfondimento sulla parte storica privilegiandola all'avventura che è quasi marginale. Percorriamo non solo la storia egizia, ma la cultura babilonese e soprattutto la lugubre civiltà minoica rappresentata dal Sommo Minosse il più grande sovrano di quei tempi.Taita viene descritto come un semidio e per questo rimane inalterato fisicamente nel tempo e il suo obiettivo è sconfiggere i nemici che hanno smembrato l'Egitto i malvagi Hiksos. Meno avvincente, secondo me, rispetto agli altri romanzi della serie egizia, forse perchè oltre al sovrannaturale ( vedi i rapporti di Taita con la Dea Hinanna) per le descrizioni degli usi e costumi sia babilonesi che minoici. Interessanti sono le considerazioni di Taita vedendo lo scempio che le attività commerciali minoiche hanno dato alla natura presagi dell'inquinamento moderno. In sostanza ho trovato il corposo romanzo molto interessante anche se non mi ha dato le emozioni che di solito provo leggendo i libri di questo autore, ma sicuramente è degno di una attenta lettura. Consiglio!