Gocce di pioggia. Ognuno di noi conserva qualche istantanea della propria infanzia che ogni tanto salta fuori nei momenti più disparati con una nitidezza sconvolgente. Tra i miei fotogrammi c'è una bimba che, in un pomeriggio d'autunno nella camera da letto della nonna, osserva le gocce di pioggia sul vetro unirsi tra loro come molecole di mercurio e talvolta ne segue il percorso con un dito. Quella bambina non si annoiava per niente, non cercava di guardare il panorama, osservava le gocce e si chiedeva con scarso interesse se e quando i genitori sarebbero venuti a prenderla. L'anno col commissario Ricciardi si conclude con la storia della morte di un bambino abbandonato che, nonostante tutto, sorride fiducioso alla ricerca disperata di affetto ma i veri protagonisti sono la pioggia battente che scorre ovunque, non lava, non purifica ed un cane che, come il gatto nero di Poe, perseguita i vivi con la sua sola presenza. "Sulla lastra di vetro scorse l'ultima pioggia dell'autunno. Come una lacrima. Come una goccia di sangue"