L’intreccio tra il passato e il presente è ideato e controllato in modo assolutamente fantastico: il genio di Stephen King attira il lettore e lo coinvolge con tutti i sensi, anche l’olfatto. Il titolo del romanzo indica il pronome personale inglese usato per le cose che non hanno un’anima e che non appartengono alla categoria umana: Pennywise, infatti, non è umano, ma è “qualcos’altro”. Come spesso accade nei romanzi di King, i bambini protagonisti sono costretti a convivere con situazioni familiari molto particolari, che ne accentuano il disagio, e li rendono i bersagli preferiti dei perfidi bulli della periferia americana. La scrittura di King è spaventosamente potente, una vera delizia anche per chi non è un amante della lettura. Il risvolto sociologico dei romanzi del maestro dell’horror, è molto presente anche in “It”. Se da un lato è vero che i romanzi di Stephen King raccontato di storie dell’orrore, è altrettanto vero che i protagonisti dei suoi romanzi convivono con gravi disagi che egli trasforma in mostri contro i quali combattere, dimostrando che la paura può essere esorcizzata. recensionelibro.it