«Se c'è l'amore, le cicatrici da vaiolo sono graziose come fossette.» – recita il proverbio giapponese, a ragion veduta, citato da King – e se l’amore sorreggerà il vivere, la vita sarà ancor più vera se unita alla danza allontanerà il tempo. Capitale in 22/11/'63, il tempo – avversario di grande talento di personaggi immaginari, che, sia pure d’azzardo, si muoveranno negli anni sessanta alle soglie di avvenimenti tutt’altro che fittizi – entrerà in gioco di soppiatto riavvolgendosi alla buonora frettolosamente, consegnando alla storia episodi, dubbi e ciance; ma, in special modo, espressamente controverso, un momento di essa – un amaro pot-pourri di turbamenti, rispetto a qualsiasi possibile identificazione – rimarrà scottante. Piuttosto, dapprima sembrerà che una serie di ipotesi possa avviare a soluzione la missione in ballo. Al tempo stesso, King metterà l’accento sul lato sentimentale della storia di Jake, calatosi nei panni di George. Tante e diverse sono le motivazioni emerse prepotentemente nelle due vite ideate da Stephen King. Comunque sia, si avranno ragioni sufficienti per andare avanti e precorrere i tempi. Non c’è dubbio, lo spazio esistente e il tempo a disposizione verranno efficacemente tempestati di eventi. Per Jake Epping di Lisbon Falls, la posta in gioco è altissima e Sadie Dunhill, la donna che ama, è sul piatto della bilancia. Venerdì 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12:30, l'assassinio di John F. Kennedy – unito al tour de force dei complottisti, e da questi strapazzato – ha suggellato lo spaziotempo, ma ha anche troncato un sogno? Oh Al, «la vita è un lancio di monetina», realmente.