La bambina che amava Tom Gordon è un romanzo scritto da Stephen King e pubblicato nel 1999. Tratta di una bambina, Patricia "Trisha" McFarland, persa nel bosco per molti giorni. La storia comincia con una gita di famiglia durante la quale il fratello e la mamma di Trisha discutono animatamente del suo divorzio, così come di altri argomenti. Trisha si allontana per non dover sentire la discussione e non riesce a ritrovarli dopo essere entrata nel bosco per bisogni fisici. Inizia a camminare nella direzione che crede giusta, ma fa una curva sbagliata e si perde, continuando ad addentrarsi nel cuore della foresta. Si ritrova con poca acqua, alcune brioche ed il suo walkman per poter sopravvivere. Ascolta di continuo la radio per tenere alto l'umore, per ascoltare notizie sulla sua ricerca o per seguire le partite di baseball del suo giocatore preferito, Tom Gordon, lanciatore di rilievo dei Boston Red Sox. Mentre inizia la lotta per la sopravvivenza risparmiando il poco cibo che ha, raccogliendo bacche e così via, la madre ed il fratello tornano alla macchina senza di lei e chiamano la polizia per iniziare le ricerche. Naturalmente, cercano vicino al sentiero, ma ormai lei si è allontanata. La ragazza decide di seguire un torrente, immaginando che tutti i fiumi portano a qualche abitazione. Mentre i poliziotti interrompono la ricerca per la notte, si sdraia sotto un albero per riposare. Alla fine, una combinazione di paura, fame e sete le causano allucinazioni. Si immagina molte delle persone che conosce, incluso il suo eroe Tom Gordon, apparire dal nulla. King non specifica se i segni di un mostro notati sugli alberi siano anch'essi frutto delle allucinazioni. Ore e giorni passano, mentre Trisha vaga nel bosco. Finisce per credere che viene accompagnata per un confronto con il Dio degli Sperduti, un mostro demoniaco con faccia di vespa, che la sta cacciando. Il viaggio diventa un test sulle capacità di una bambina di mantenere la salute mentale mentre vede avvicinarsi la morte. Il resto dovete leggerlo voi altrimenti non c’è gusto! "C'è qualcosa che ci impedisce di mollare anche quando vorremmo, anche quando rinunciare avrebbe molto più senso che insistere. C'è qualcosa che impedisce alla gran parte di noi di morire nel sonno. Non un dio perfetto, misericordioso e onnivedente, non credo ci siano prove a sostegno di questa tesi, ma una forza sì." “C'è un momento in cui le persone costrette ad affidarsi solo alle proprie risorse smettono di vivere e cominciano a sopravvivere. L'organismo, esaurite tutte le scorte di energia più recenti, comincia ad avvalersi delle calorie di scorta. La lucidità della mente comincia ad appannarsi. La percezione comincia a restringersi e ad acquisire un acume perverso. La realtà circostante assume contorni strani. Trisha McFarland si avvicinò a questo confine tra vita e sopravvivenza quando cominciò a volgere al termine il suo secondo pomeriggio nel bosco.”