I custodi del libro
  • 9788854502529
  • Neri Pozza Editore
  • 2008

I custodi del libro

di Geraldine Brooks

I custodi del libro (titolo originale: People of the Book) E' la primavera del 1996 e Hanna Heath, trentenne australiana restauratrice di libri antichi, viene convocata a Sarajevo per restaurare la famosa Haggada, un manoscritto antichissimo utilizzato dagli ebrei durante la Pesach, la Pasqua ebraica. Il libro di preghiere, che si pensava ridotto in cenere sotto i bombardamenti della guerra civile, è una vera rarità: un manoscritto riccamente illustrato risalente ad un'epoca in cui la fede giudaica condannava in modo categorico ogni genere di illustrazione. Grazie alle scoperte fatte dalla studiosa e ai segni che il tempo ha lasciato sulle sue antiche pergamene ripercorreremo il lunghissimo e affascinante viaggio del celebre manoscritto.


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Commenti (3)

28/06/2011 - leggo ergo sum
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La storia dell'Haggadah di Sarajevo: un manoscritto sopravvissuto all'Inquisizione e a tutte le persecuzioni sofferte da sempre dagli ebrei, un'opera unica che ha attraversato secoli e Paesi ed è giunto fino a noi scampando numerosi pericoli, un libro che simboleggia la forza stessa della vita che si oppone alle tenebre della morte e alla distruzione della guerra. Un avvincente romanzo storico in cui Gerardine Brooks ricostruisce le alterne vicende di uno dei libri più preziosi della civiltà umana. Tratto da eventi realmente accaduti questo romanzo parla di amore, di quella passione che può portare anche a mettere a repentaglio la propria vita pur di salvare il simbolo di un'intera società. Grazie alla loro devozione e al loro coraggio i custodi dell'Haggadah di Sarajevo riusciranno a salvare il prezioso manoscritto. Un romanzo ricco di colpi di scena che non smetterà mai di stupirvi.

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14/03/2013 - Matik2003
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"Là dove si danno alle fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini." La storia di un libro, un libro di grande valore religioso, politico e culturale, la Haggadah utilizzata nel rito del Seder di Pesach dal popolo ebraico, ritrovata alla fine della guerra di Sarajevo negli anni 90. Da qui è partita l'autrice, ha costruito la storia di chi durante i secoli ha maneggiato la Haggadah, chi l'ha salvata dalle fiamme dell'Inquisizione, chi ha prodotto le meravigliose miniature, chi le rilegature, chi l'ha realizzata, un viaggio attraverso i secoli, partendo da un oggetto reale ha creato un romanzo interessante, apprezzabile, dal quale capiamo ancora una volta quanto il popolo ebraico sia stato odiato, respinto e disprezzato. Tante storie troviamo al suo interno,le storie dei vari "custodi" e quella di Hanna la donna dei giorni nostri, che si occupa di analizzare le tracce presenti nel libro (la macchia di vino, un pelo, un'ala di insetto ecc.) per poter ricostruire il percorso del libro nei secoli, una donna che ha un rapporto difficile con la madre e che per questo si sente insicura, alla fine anche lei troverà serenità e equilibrio, come il libro un posto sicuro all'interno del museo dove il mondo lo può ammirare e contemplare. "Forse la Haggadah era davvero arriata fra noi per una ragione speciale. Quel libro voleva metterci alla prova, scoprire se eravamo in grado di capire una semplice verità: le cose che ci uniscono sono più di quelle che ci dividono. Un essere umano vale in quanto tale, che sia giudeo, musulamno, cattolico o ortodosso."

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06/02/2014 - Gino
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È la primavera del 1996 a Sarajevo e Hanna Heath, trentenne restauratrice australiana di manoscritti e libri antichi, è appena giunta nella capitale bosniaca devastata da cinque anni di guerra civile e ancora sotto il fuoco dei cecchini. Alle due del mattino di qualche giorno prima, Hanna ha ricevuto da Gerusalemme una telefonata da un insigne studioso di antichi manoscritti ebraici. Con voce eccitata, l’israeliano le ha comunicato che durante il pranzo di Pesach, la Pasqua ebraica, il capo della comunità giudaica di Sarajevo, con un teatrale colpo di scena, ha tirato fuori la Haggadah venuta alla luce nel 1984 nella capitale bosniaca, il celebre libro di preghiere che si pensava ridotto in cenere sotto i bombardamenti del ’92. Hanna ha sussultato alla notizia. Conosce bene la Haggadah di Sarajevo: un manoscritto ebraico prodotto in Spagna in età medievale e ricco di variopinte miniature, inusuali in un’epoca in cui la fede giudaica condannava ogni genere di illustrazione; un’opera così preziosa e fondamentale nella storia dell’ebraismo e dell’umanità che quando, negli anni Quaranta, i nazisti e i famigerati reparti della Mano Nera cercarono di impadronirsene, il bibliotecario musulmano del Museo di Sarajevo la pose in salvo. E ora, stando a quanto le ha riferito l’israeliano, il libro è stato nuovamente sottratto alla furia distruttrice e alla follia degli uomini da un musulmano: il direttore della biblioteca del museo che, in un giorno del 1992, sotto una pioggia di bombe, l’ha nascosto e posto al riparo. Hanna si è affrettata ad accettare l’incarico di restaurarlo ed è accorsa subito al Museo Nazionale di Sarajevo, dove ora stringe tra le mani quel manoscritto raro e di grande bellezza con le sue miniature dai colori ancora puri e vividi come nel giorno lontano in cui sono stati stesi sulla carta. È dalla sua voce che apprendiamo la magnifica storia dell’opera, una vicenda fatta di macchie di vino e di sangue, di splendidi fermagli smarriti, di farfalle di montagna, di storie d’amore e di vigliaccheria, di secoli di splendore e di decadenza, e di gloriose città: la Siviglia del 1480, la Tarragona del 1492, la Venezia del 1609, la Vienna del 1894. Dopo Annus mirabilis, Geraldine Brooks ci offre con I custodi del libro un’altra prova del suo incomparabile talento, narrandoci l’avvincente storia di un manoscritto sopravvissuto all’Inquisizione e a tutte le persecuzioni sofferte lungo il corso dei secoli dagli ebrei, un libro che simboleggia la forza stessa della vita che si oppone alle tenebre della morte. La parola haggadah deriva dalla radice ebraica hgd , “racconto”, e si riferisce al precetto biblico che impone ai genitori di narrare ai figli la storia dell’Esodo; si tratta di testi adatti ad essere portati a tavola durante la cena rituale della Pasqua ebraica. Proprio alla vera storia di questo codice si ispira I custodi del libro. Un libro da leggere!

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