Un uomo
  • 9788817153775
  • Bur
  • 2000

Un uomo

di Oriana Fallaci

"Al racconto della vita e della morte dell'uomo che ha amato, Oriana Fallaciha dato la forma del grande romanzo..." (Leo Valiani, Corriere della Sera)"Una sconvolgente dichiarazione d'amore a un ribelle solitario, assassinatoperché aveva creduto possibile cambiare il mondo e svelarne le ignominie."(Grand Prix Litteraire de la Ville d'Antibes)


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Commenti (5)

18/05/2012 - Michela
utente
Il capolavoro di Oriana Fallaci. Senza parole. FAN-TA-STI-CO!!!

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24/12/2012 - sofia
utente
Avere fra le mani un libro così è, per me lettrice accanita da anni, trovare il libro perfetto. Un uomo di Oriana Fallaci è un libro che trasuda amore, sofferenza, ideali, sangue. Sicuramente per Oriana Fallaci scriverlo deve essere stato difficile, ma liberatorio. Un amore il suo per Alekos Panagulis, un personaggio ormai divenuto leggenda.Questo è un romanzo verità che racconta la vita di un uomo che ha dedicato tutto se stesso fino a morirne a lottare per scalzare il tiranno impersonato da Papadopulos.Il sipario si apre sul funerale dell’amato, in cui la folla impazza come una piovra che non lascia scampo e che travolge, lo inneggia come un eroe, finalmente indignata dai soprusi di chi comanda. Il popolo che si sveglia solo quando l’eroe è morto, quando è tardi.Infine Oriana passa a parlare di cosa sia accaduto a Panagulis.Torna indietro nel tempo, per raccontare l’intera storia, che ha inizio con l’attentato da parte di Alekos alla vita del dittatore greco Papadopulos, che però fallisce. Egli sarà catturato per poi subire ogni sorta di torture e angherie da parte degli ufficiali dell’ Esa (la Polizia Militare greca), senza scucire mai una parola, né un gesto atto a tradire i compagni dell’impresa.Condannato a morte verrà invece portato in carcere a Boiati dove tenterà varie volte di fuggire.Vi resterà per molto tempo, che utilizzerà per scrivere, leggere e studiare, specie l’italiano, avendo già in mente d’incontrare Oriana Fallaci. Lei giunge in Grecia per intervistarlo come prigioniero del regime, ma l’incontro si evolverà in una relazione. Il legame tra i due, voluto fin troppo volentieri dal destino, rappresenterà solo l’inizio della fine. Don Chisciotte, (Alekos, così chiamato da lei per via della sua volubilità negli atteggiamenti e per il lanciarsi come suo tipico in imprese impossibili) accompagnato dal suo fedele e leale Sancho Panza (soprannome che Oriana conferisce a sé stessa), si dirigerà a passo svelto verso la sua ultima battaglia. Ho iniziato questo libro nel silenzio della notte pronta a immergermi in un libro che sapevo duro e difficile da digerire.Ma non pensavo così tanto. Dopo aver letto le prime cento pagine e ormai con gli occhi che reclamavano il sonno l'ho chiuso. Ma nel buio i soprusi e le torture a cui è stato sottoposto Panagulis, mi perseguitavano. Oriana non ha solo scritto un romanzo qui ci sono tante storie concatenate, il desiderio di libertà in primo piano. Se Panagulis nel suo carcere di Boiati ha spesso scritto le sue poesie intingendole nel suo sangue perchà gli venivano sottratte per punizione carta e inchiostro,anche Oriana deve aver scritto la storia del suo amato con il cuore sanguinante, mettendo a nudo la sua privacy,scarnificando la sua anima. ne nasce un uomo visto come pazzo,violento dinamitardo dal regime ci si presenta invece come un'anima dolce, emotivamente instabile, profondamente sola perchè non capita da nessuno.nonostante tutto oriana gli sarà sempre vicina tanto da fargli dire“Sei stata una buona compagna. L’unica compagna possibile.”Questo cari lettori è un libro indimenticabile che vi consiglio di leggere anche se è duro, anche se a volte fa piangere,ma proprio per questo lo rende un libro perfetto!

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29/12/2012 - Matik2003
utente
'amore per un uomo! La grande Oriana Fallaci ci racconta la vita dell'uomo che ha amato un grandissimo libro come solo lei poteva scrivere!

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26/10/2013 - Gino
utente
Un uomo è un libro scritto da Oriana Fallaci e pubblicato nel 1979. In questo libro, la scrittrice narra la storia di Alekos Panagulis, che amò e che fu suo compagno nella vita. "Un uomo" è il romanzo della vita di Alekos Panagulis, che nel 1968 è condannato a morte nella Grecia dei colonnelli per l'attentato a Georgios Papadopulos, il militare a capo del regime. Segregato per cinque anni in un carcere dove subisce le più atroci torture, restituito brevemente alla libertà, conosce l'esilio, torna in patria quando la dittatura si sgretola, è eletto deputato in Parlamento e inutilmente cerca di dimostrare che gli stessi uomini della deposta Giunta continuano a occupare posizioni di potere. Perde la vita in un misterioso incidente d'auto nel 1976. Oriana Fallaci incontra Panagulis nel 1973 quando, graziato di una grazia che non aveva chiesto ma che il mondo intero reclamava per lui, esce dal carcere. I due si innamorano di un amore profondo, complice, battagliero. Lei lo affianca e ne condivide una lotta mai paga. "Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara. Anche se non combina nulla di immediato e di pratico, anche se si esprime attraverso bravate o follie, anche se viene respinto e offeso, egli muove le acque dello stagno che tace, incrina le dighe del conformismo che frena, disturba il potere che opprime." Un uomo è il romanzo sul romanzo, è il resoconto esistenziale che Oriana fa del suo amato, e della sua lotta, lotta per la libertà, lotta per l’uguaglianza, lotta per sé stesso, per sentirsi forse meno colpevole di un mondo che ha sbagliato rotta d’imbarco. Con una freddezza e una lucidità ci sono raccontati tutti gli attimi, le sfumature, le torture che quest’uomo ha dovuto subire, per arrivare infine alla soccombenza. C’è chi si chiede ancora e pensa se Alekos sia un eroe o un terrorista, dare la vita per le proprie idee non ha nulla di terroristico quanto invece di eroico. Due uomini ribelli accoppiati dal mondo, che lottano, lottano, irrimediabilmente tutti i giorni: “Non mi aiuti, allora, mi consegni agli sbirri! Tanto a che serve…” “Soffrire, battersi? A vivere, ragazzo mio. Chi si rassegna non vive: sopravvive.” Poi: “Cos’hai in mente, ragazzo?” “Una cosa e basta: un po’ di libertà.” “Sai sparare, mirare giusto?” “No.” “Sai fabbricare una bomba?” “No.” “Sei pronto a morire?” “Sì.” “Uhm! Morire è più facile che vivere ma ti aiuterò.” Ci ho messo un po’ per finirlo, però ne è valsa la pena, anche se in alcune parti l’ho trovato estremamente lento. “L’abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata, ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci”. “Agli uomini non interessa né la verità, né la libertà, né la giustizia. Sono cose scomode e gli uomini si trovano comodi nella bugia e nella schiavitù e nell’ingiustizia. Ci si rotolano dentro come maiali. Io me ne accorsi quando entrai in politica. Bisogna entrare in politica per capire che gli uomini non valgono nulla, che a loro vanno bene i ciarlatani e gli impostori e i draghi. Uno entra in politica pieno di speranze, meravigliose intenzioni, dicendo a sé stesso che la politica è un dovere, è un modo per rendere gli uomini migliori, e poi s’accorge che è tutto il contrario, che nulla al mondo corrompe quanto la politica, nulla al mondo rende peggiori”. “Però è bella la vita, è bella anche quando è brutta”. [...] “Nella vita c’è il sole, c’è il vento, c’è il verde, c’è l’azzurro, c’è il piacere di un cibo, di una bevanda, di un bacio, c’è la gioia che riscatta le lacrime, c’è il bene che riscatta il male, c’è il tutto e io ti amo”.

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14/07/2014 - simona72
utente
non male, un po' pesante... dovrei provare a riprenderlo...

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