La banda dei brocchi
  • 9788807817748
  • Feltrinelli
  • May 01, 2002

La banda dei brocchi

di Jonathan Coe

Trotter, Harding, Anderton e Chase: sembra il nome di un prestigioso studio legale; in realtà si tratta di un quartetto di giovani amici, che frequenta un liceo elitario di Birmingham, quel tipo di scuola che preleva giovani intelligenti dal loro background ordinario e li fa atterrare in una classe sociale diversa da quella dei loro genitori. I ragazzi sono destinati a carriere importanti, mentre i genitori rimangono impantanati nel loro mondo di matrimoni sciovinisti, scontri sindacali, guerre di classe e di razza e ignoranza culturale. Siamo negli anni Settanta, anni in cui si susseguono sconvolgimenti sociali, lotte politiche, attentati dell'Ira. Su questo mare in tempesta cercano di destreggiarsi, con alterne fortune, i quattro ragazzi.


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Commenti (4)

05/06/2012 - pitulina
utente
With a little help from my friends... Un gruppo di 4 ragazzi, amici, studenti, alle prese con i primi amori, le prime passioni, i primi sogni...e le prime teste sbattute, le prime ingiustizie, i primi contatti con la durezza e la tristezza della realtà. Siamo negli anni 70 (che Coe è magistrale a rendere così bene), in Inghilterra ci sono, si sentono, le differenze di classi tra borghesia e classe operaia. Sono gli anni di Eric Clapton, dei Clash, della lotta dura senza paura, degli attentati dell'Ira, degli scontri polizia-manifestanti, dei pantaloni a zampa e dei capelloni, degli arrivi in massa di immigrati (per lo più di colore), sono gli anni della "rivoluzione". Insomma, potrebbero sotto certi aspetti essere anche gli anni 2000/2010/2011...triste ma è così. E in tutto questo questi 4 ragazzi vivono, crescono, cambiano idee o le mantengono sempre più, si allontanano e si avvicinano, in una giostra che è la vita e che ti porta ad essere, alla fine del viaggio, ben diverso da quando sei partito. I sogni, quelli importanti, per la maggior parte si infrangono, e si diventa adulti e ci si lascia dietro una parte di sè, forse la più importante, ci si rende conto che il mondo, che sembrava ai nostri piedi e che si credeva di poter spaccare e cambiare in meglio, non sempre si può cambiare o forse non cambierà mai (e che anzi è lui che cambia noi), che di eroi e uomini che smuovono le masse ne nascono uno/due ogni cento anni, e che per quanto si abbia talento e idee brillanti a volte nella vita non bastano, che se il destino ci ha fatto nascere Gino Rossi e non Contessa Mazzanti Vien dal Mare c'è poco da fare: o hai (insieme alla bravura, al talento, all'impegno) una grande botta di culo o comunque rimani Gino Rossi a vita. Nonostante questo però, per fortuna certe cose non cambiano, certe amicizie che magari si allontano ma restano sempre, gli amori, i valori veri, e soprattutto...i ricordi! quelli sono solo nostri e sono immutabili nel tempo a dispetto di tutto ciò che ci circonda!

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21/10/2012 - danielajap
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Ci sono tutti gli elementi perchè possa piacere eppure... eppure non vedevo l'ora di finirlo. Troppo lunghe alcune parti, troppo confuse altre. Un'occasione persa.

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14/01/2013 - Gino
utente
La Banda dei Brocchi è il primo di una trilogia, ambientato in un Inghilterra degli anni ’70 dove tutto è in cambiamento: lotte sociali, sussulti, lotte sindacali, politica perversa, lo sguardo di un mondo con una lente che è portavoce di voci adolescenti e di sguardi perentori di quegli adulti senza ragione: [Lois sedicenne] «“Si, a pensarci bene lei il mondo lo voleva vedere. Quella consapevolezza le era cresciuta dentro piano piano, alimentata dai programmi televisivi sul turismo e dalle foto a colori del "Sunday Times", la consapevolezza che oltre i confini di Longbridge esisteva un intero universo, più in là del capolinea del 62, di Birmingham, addiritttura dell'Inghilterra. E lei lo voleva vedere, e dividerlo con qualcuno. Voleva qualcuno che la tenesse per mano mentre lei guardava la luna che sorgeva sopra il Taj Mahal. Voleva essere baciata, piano, ma a lungo, sullo sfondo magnifico delle Montagne Rocciose, in Canada. Voleva scalare l'Ayers Rock all'alba. Voleva qualcuno che le chiedesse di sposarlo mentre il sole al tramonto stendeva le sue dita rosso sangue sui minareti rosa dell'Alhambra”». [Sguardi superiori] «Era il mondo, il mondo in quanto tale, che era fuori dalla sua portata, tutta quella costruzione assurdamente grande, complicata, casuale, incommensurabile, quella marea incessante di relazioni umane, politiche, culture, storie... Come sperare di riuscire a padroneggiare tutte quelle cose? Non era come la musica. La musica aveva sempre un senso, una logica. La musica che sentì quella sera era chiara, accessibile, piena di intelligenza e umorismo, malinconia ed energia, e speranza. Non avrebbe mai capito il mondo, ma avrebbe sempre amato quella musica». [Ma quanto è vero] «A volte mi sento come se fossi destinato a essere sempre dietro le quinte quando arriva una scena madre. Come se Dio mi avesse scelto come vittima di un cosmico tiro mancino, assegnandomi poco più di una comparsata nella mia stessa vita. Altre volte mi sento come se non avessi altro rôle che quello dello spettatore di storie di altra gente, e per di più fossi condannato a lasciare il mio posto sempre al momento cruciale, e andare in cucina a farmi una tazza di tè proprio quando arriva la resa dei conti».

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10/01/2017 - Tesesempreastroz
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un po' sì e un po' no. ma più no che sì. lo so che è un commento del cavolo, ma per questo libro non riesco a spremere niente di più: i personaggi mi sono sembrati freddi.

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