Fratello e sorella passano l'ultimo dell'anno assieme. Si scambiano faticosi ricordi, cenano, sotto gli occhi discreti di Italia, la domestica. Lui si augura che la sera si consumi velocemente, ma la sorella vuole che il rituale sia rispettato per intero. Con la tombola. E per la tombola appaiono i genitori. Solo così si può giocare. Tutta la narrativa di De Luca proviene da un ascolto. Questo testo teatrale, in particolare, proviene dalle serate di festa della sua famiglia d'origine, quando si allestiva la tombola e accadeva il prodigio di "estrarre dal canestro dei numeri una folla di storie in una lingua mista". Ma a differenza dei fantasmi di Eduardo, ineludibile pietra di paragone, i fantasmi di De Luca "sono invece pronti a farsi convocare, a giocare una partita a tombola, seduti alla tavola dei vivi". (fonte: www.lafeltrinelli.it)