Tutti mi hanno rimproverato di avere iniziato a leggere i libri di Degiovanni partendo dall'ultimo, ma io ero curiosa di leggere questo che ha vinto praticamente tutti i concorsi ai quali ha partecipato. Era da molto tempo che mi suggerivano di leggerli, il motivo che mi fermava era che molti fans parlavano, con apprezzamento, certo, della " tristezza " di questi libri e anche il fatto che Ricciardi sentisse l'ultimo pensiero dei morti mi rendeva un po' riluttante, non è un genere che amo molto. Mi devo ricredere però. Ho trovato il libro decisamente piacevole, il "Fatto",cioè il sovrannatuale, non è l'elemento preponderante della narrazione e la tristezza, seppur presente e che mi ha provocato una qualche lacrimuccia, non è il sentimento principale del romanzo;forse la rabbia e l'indignazione per l’indifferenza dilagante ,ieri come oggi , sono quelli che ho sentito di più. Io amo Napoli, anche se la conosco poco e la descrizione della città è veramente bella, si sente che è fatta col cuore. Poi ho adorato l'ironia con la quale sono descritti preparativi , le ansie e i timori per l'arrivo del duce. Mi è piaciuto, anche se continua a non essere il tipo di romanzo che sceglierei per primo in un elenco, devo essere sincera, ma una cosa è sicura : rimedierò al mio errore leggendo gli che mi mancano in ordine cronologico.