Se non ora, quando? è un romanzo scritto da Primo Levi. Dopo la sua pubblicazione nel 1982 ricevette immediatamente un buon riscontro sia da parte del pubblico che dalla critica vincendo nello stesso anno il Premio Campiello e il Premio Viareggio. Può essere considerato il primo vero romanzo dell'autore di Se questo è un uomo in quanto l'autore non ha vissuto in prima persona i fatti narrati, ma nonostante il forte legame con il tema della guerra si tratta di un romanzo rappresentante una storia inventata. Il libro è cronologicamente ambientato tra luglio 1943 e agosto 1945 e narra le drammatiche avventure di quei partigiani ebrei polacchi e russi che combattono per sopravvivere e per ricostruirsi una nuova esistenza in fuga dai loro luoghi di origine. Levi ha affermato di essersi ispirato nella creazione dei personaggi ad alcuni giovani ebrei sionisti che si erano aggregati al convoglio ferroviario allestito dai Russi che li avrebbe riportati in Italia. Il libro di Primo Levi Se non ora quando? ha come protagonista una brigata di partigiani ebrei nella Russia invasa dai nazisti. Hanno preso le armi e marciano cantando un loro inno che dice: «Siamo le pecore del ghetto, Tosate per mille anni, rassegnate all’offesa. (...) Abbiamo imparato a sparare e colpiamo diritto (...) Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada. Ognuno di noi porta in tasca la pietra che ha frantumato la fronte di Golia. Fratelli, via dall’Europa delle tombe...». E il ritornello recita la celebre frase del rabbino Hillel (II secolo): «Se non sono io per me, chi sarà per me? Se non così, come? E se non ora, quando?». Da qui prende piede e nasce Il movimento SE NON ORA QUANDO, nato dalle piazze il 13 febbraio 2011 e consolidatosi alla fine dell’incontro nazionale di Siena dello stesso anno. Da più di due anni, nei territori di tutta Italia si sta lavorando sui temi cari alle donne e presenti all’interno della agenda politica Snoq (lavoro, salute, rappresentanza, rappresentazione, violenza di genere, welfare, ecc.) e SNOQ è oramai parte della realtà sociale. Forse è impietoso il parallelismo tra i partigiani di Primo Levi e i partigiani antiberlusconiani. Se indignarvi o meno lo lascio decidere a voi, di certo resta l’empietà dei tempi moderni.