27 gennaio 1945: la prima pattuglia russa arriva ad Auschwitz, dove i tedeschi avevano abbandonato i prigionieri malati. Nei giorni successivi, a poco a poco, i prigionieri vengono trasferiti nel Lager centrale e i russi fanno arrivare del cibo a chi ancora occupa l'infermeria del Lager di Buna-Monowitz. Quando, finalmente, anche l'autore comincia il suo cammino verso la libertà, sfilano sotto i suoi occhi, per l'ultima volta, tutti i luoghi della sua sofferenza, comprese quelle tre parole che ancora oggi sono il simbolo di quell'orrore: "Arbeit Macht Frei" (il lavoro rende liberi).
Dopo essere guarito dalla scarlattina l'autore si incammina per tornare a casa, finalmente libero, insieme ad un greco.
Questo libro racconta delle difficoltà del ritorno a casa per i deportati nei Lager, difficoltà che non sono state state solo materiali, ma anche difficoltà psicologiche per un ritorno alla cosiddetta normalità.