La tregua
  • 9788874520701
  • Einaudi
  • 1963

La tregua

di Primo Levi

Le esperienze e le amicizie compiute da Primo Levi durante il lungo viaggio di ritorno dal campo di concentramento di Auschwitz


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09/09/2011 - sofia
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Un brano:«Ma solo dopo molti mesi svanì in me l’abitudine di camminare con lo sguardo fisso al suolo, come per cercarvi qualcosa da mangiare o da intascare presto e vendere per pane; e non ha cessato di visitarmi, ad intervalli ora fitti, ora radi, un sogno pieno di spavento». (La tregua pagina 254) scritto da Primo Levi nel 1962 su una traccia che aveva scritto dopo la liberazione dal lager nel 1946. Il libro inizia con una poesia come già in Se questo è un uomo."Sognavamo nelle notti feroci Sogni densi e violenti Sognati con anima e corpo: tornare; mangiare; raccontare. Finché suonava breve sommesso Il comando dell’alba; «Wastawac»; E si spezzava in petto il cuore. Ora abbiamo ritrovato la casa, il nostro ventre è sazio. Abbiamo finito di raccontare. È tempo. Presto udremo ancora Il comando straniero: « Wstawac». (11 gennaio 1946)" E' la storia di un viaggio tortuoso a cui Levi fu costretto dopo Auschwitz arriva a Torino dopo aver attraversato ben sette Paesi: Polonia, Unione Sovietica (Bielorussia e Ucraina), Romania, Ungheria, Cecoslovacchia, Austria (due volte), Germania.prima di allontanarsi dal lager Levi malato di scarlattina viene ricoverato in infermeria e conosce la storia di Hurbinek, il bambino di tre anni nato ad Auschwitz, che non ha mai visto un albero e che ripete un’unica parola incomprensibile, vittima innocente e testimone assoluto di cui nessuno saprà comprendere il linguaggio ( descritto da Adolfo Garcia Ortega ne L'inventore di compleanni) Fra le persone che Levi incontra descriverà fra tutti il greco Mordo Nahum e il romano Cesare:Avido di cibo e di storie così si descrive l'autore, ma ritornato a Torino il suo sogno ricorrente sarà il lager e l'attesa da un momento all’altro la parola polacca che all’alba impartisce il comando della sveglia, Wstawać.(alzarsi) Meno incisivo di Se questo un uomo, ma aggiunge a questo il senso del ritorno per chi era sopravvissuto. Consiglio!

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