In una casa, ora sede di una clinica di ricerche sui disturbi del sonno, sono vissuti tempo addietro alcuni studenti, quando l'edificio era adibito a dimora universitaria. In un collage composto da flash-back e brani di narrazione contemporanea, l'autore ripropone questi studenti, con le loro difficoltà di relazione, di scambi interpersonali. Un cattivo rapporto con il sonno dei protagonisti della storia è il filo conduttore di tutta la storia. C’è Terry che soffre di disturbo del sonno totale, ma che in realtà non se ne preoccupa poi molto, così tanto preso a fare il giornalista e il critico cinematografico, c’è chi come Ruby parla anche nel sonno. La storia è così costruita a puntino, che dà ampio margine di personificazione, di decodifica, di senso. Ognuno dà il suo senso, pone l’accento a quell’aspetto piuttosto che ad un altro. Altro tema è l’omosessualità femminile tratteggiata in modo delicato, e con semplicità. Attraverso le storie di questi ragazzi Coe tratteggia la realtà inglese degli anni ’80. Ancora un volta Jonathan dà la conferma di quanto la narrazione sia un modo per raccontare, per raccontarsi, per crescere aggrapandosi ad altre vite.