Dopo tanta curiosità verso questa scrittrice, ho deciso di leggere qualcosa di Oriana Fallaci, e ho voluto leggere il suo primo uscito “I sette peccati di Hollywood” che si colloca tra un intervista/cronaca dei retroscena cinematografici dei grandi personaggi. Una sorta di resoconto del viaggio che lei intraprese ad Hollywood con la speranza di riuscir ad intervistare la diva per eccellenza Marylin Monroe. Il libro comincia con l’incontro con Jean Negulesco, a cui cerca di chiedergli aiuto per incontrare la diva, e che pensa invece che ne ricaverà un’intervista, ma in realtà così non è. Da numerosi passamano dal “New York Times” al “Life”, dal “Look” a “Collier’s”, da Jean Govoni Salvadore a Irving Hoffman, da Mitch Miller a Earl Wilson a Lois Weber, tutto ciò coadiuvato dall’aiuto degli amici dei giornali romani e a poco a poco di tutto il mondo, che si concentrerà pian piano sulla sua figura diventata ormai emblematica. Poi vengono esaminati i dolori e le delusioni di Judy Garland madre di Liza Minelli, poi si passa a Kim Novak ragazza bruttina poi resa celebre dal costruttore di volti hollywoodiano Kly Campbell, ad altri numerosi personaggi come James Dean, Frank Sinatra, Jayne Mansfield, Elvis Presley, Bette Davis, Judy Garland, Gregory Pack, Montgomery Clift, Gene Tietney o Marlon Brando. Scritto tra gli anni ’50 e ’60 la Fallaci da vita a oscuri retroscena, con minuzia e sagacia, in fondo il tempo è passato ma il mondo dello spettacolo sempre quello è restato un continuo voltagabbana intriso di finta benevolenza imbevuta in lacrime di delusione. Seppur con la sua bassa statura e il suo scarso peso, ha ridato vita ad una Hollywood ambivalente, esteriormente tutta gioia e lustrini e interiormente afflitta da continui dolori, negazioni, e una voglia di predominare che è il comun denominatore dei tanti partecipanti, chi comparse, chi future celebrità. "[…] di Roma ti ricordi per le cattedrali. Di Parigi per i bistrot. Di New York per i grattacieli. Di Hollywood per i distributori di benzina..."