A pag. 1 leggo di zia Nanni che aveva l'alito che sapeva di brodo di pecora. Questo proprio manca alla mia collezione di forzato annusatore dell'alito altrui. Faccio lo stesso lavoro di Vitali e con una media di 30-40 pazienti visitati al giorno che mi confessano i loro mali e le loro disavventure a poco più di un metro dal mio naso, di emissioni alitosiche ne ho avvertite tante, tante da poterci scrivere pure un trattatello, ma questo non l'avevo mai avvertito o, magari, l'ho annusato ma non l'ho riconosciuto. Anche se le storie che si intrecciano in questo romanzo appaiono un pò slegate fra loro, il libro l'ho letto volentieri, in due giuorni. Non è il Vitali dei tempi migliori ma sfido chiunque a trovare uno scrittore che ogni tanto presenti dei cali di tensione. A pag 92 la descrizione delle note malinconiche dell'agonia ritmate dalla campana del paese per annunciare la dipartita della Maria Dominici. Che sia l'acustica dei paesi di lago così particolare? Solo lì, superando i rumori del traffico e della gente non puoi non sentirle. Da bambino non sfuggivano ai miei orecchi: 7 colpi per una donna e 12 per un uomo; altri tempi, altri posti ma sempre sulle rive di un lago lombardo.