Questo romanzo, che il Dickens disse di preferire a tutti gli altri suoi libri, adombra circostanze autobiografiche nell’odissea del protagonista narrata in prima persona: è stato però osservato che David è troppo semplice e ingenuo per poter rappresentare lo stesso Dickens. I primi capitoli, tra le cose migliori del Dickens, (« vero poema degli amori, dei timori e delle meraviglie della fanciullezza », come l’ha definito Edmund Wilson) ci presentano il bimbo David felice in compagnia della giovane madre adorata, una creatura dolce ma debole e vanesia, e della bizzarra Peggotty, brusca di modi ma piena di tenero affetto. L’idillio è rotto dal matrimonio della giovane vedova con Mr. Murdstone, un crudele che ha assunto una maschera di virile fermezza: costui, spalleggiato dalla sua degna sorella, mena presto alla tomba l’ingenua sposa. Le impressioni del bimbo, che non sa raccapezzarsi nel nuovo ambiente, muto di terrore e assetato di tenerezza, son rese dal Dickens in modo memorabile. Il patrigno manda David riottoso a scuola, dove subisce i maltrattamenti del tirannico maestro Creakle, concepisce un’immensa ammirazione per l’affascinante compagno Steerforth, che dovrà più tardi amaramente deluderlo, e fa amicizia col buon Traddles, l’ottimista il cui passatempo favorito consiste nel disegnare scheletri. David è poi condannato dal patrigno a un lavoro servile nel magazzino di Murdstone & Grinby a Londra, e vive una vita di miseria materiale e morale - riflesso di quella del Dickens giovinetto - confortata dall’amicizia di Mr. Micawber e della sua famiglia. Mr. Micawber è una delle immortali creazioni del Dickens, non in quanto carattere di squattrinato commesso viaggiatore che sempre spera in un mutamento di fortuna (o passa all’estremo pessimismo, e pensa di uccidersi), ma in quanto circonfonde codesto non peregrino carattere del lussureggiamento d’una fantasia melodrammatica, che si esprime in forme d’un pittoresco umoristico. David fugge da Londra a Dover a piedi, e arriva estenuato alla villetta della zia Betsy Trotwood, un’eccentrica che s’era disinteressata di lui alla nascita perché era un maschio e non una femmina. Ospite della zia è anche un dolce maniaco, il povero Mr. Dick, che non riesce mai a condurre a fine un promemoria relativo ai suoi affari perché ossessionato dalla testa di Carlo I. David continua la sua educazione a Canterbury, nella casa dell’avvocato di Miss Trotwood, Mr. Wickfield, la cui assennata e dolce figliuola, Agnes, è destinata a influire potentemente su1 resto della sua vita; poi va a far pratica presso Mr. Spenlow, dello studio legale Spenlow e Jorkins (coppia divenuta proverbiale per il sistema di Spenlow di attribuire le sue dure azioni al socio, mero uomo di paglia).
David ritrova Steerforth e lo presenta alla famiglia della sua antica nutrice Clara Peggotty; e la serie di sciagure causate alla povera famiglia di pescatori dallo spregiudicato compagno di David è un romanzo dentro il romanzo, pieno d’incidenti drammatici e spettacolosi, fino al naufragio, in cui il seduttore Steerforth perisce insieme con il fidanzato di Little Emily da lui sedotta, mentre questi rischiava la sua vita per salvarlo.
David, cieco all’affetto di Agnes Wickfield, sposa Dora Spenlow, una graziosa sciocchina (adombramento di una passione giovanile di Dickens per Maria Beadnell), e si elevava a poco a poco alla fama letteraria; dopo pochi anni, Dora muore, e David, dapprima sconsolato, scopre finalmente l’errore che ha fatto nel trascurare Agnes. Il padre di questa è caduto nelle mani di un furfante ipocrita, il factotum Uriah Heep dal viso cadaverico e dalle mani appiccicose, che amministra il suo patrimonio e aspira alla mano di Agnes. Le malefatte di questo melodrammatico mascalzone sono smascherate da Micawber, divenuto suo tirapiedi, e da Traddles, che riappare come avvocato. E tutto finisce bene: Heep è condannato per falso e appropriazione indebita, Copperfield sposa Agnes, Mr. Micawber, sistemati finalmente i debiti, s’adagia in una onorata vita di magistrato coloniale, ecc.
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