Tra i grandi generali della storia, Giulio Cesare merita certamente un posto di primo piano. Non fu un innovatore, né un tattico di grande fantasia e genialità, ma la capacità di ottenere il massimo da un esercito, la rapidità d’azione e l’acume in battaglia, l’astuzia e la capacità di rischiare sono doti che solo Napoleone ha potuto vantare in eguale misura. L’esercito che Cesare forgiò in dodici anni di guerre quasi ininterrotte fu uno dei più motivati, efficienti e compatti che la storia militare ricordi, e i suoi nemici furono un campionario di popoli e personaggi di straordinaria ampiezza: galli, germani, celtiberi, egiziani, pontici, numidi, britanni e gli stessi romani, guidati da capi spesso di notevole spessore o prestigio, come Pompeo Magno, Vercingetorige, Ariovisto, Cassivellauno, Labieno, Metello Scipione, Giuba, Farnace. Molte delle sue battaglie, da Alesia a Durazzo, da Farsalo a Zela, da Tapso a Munda, costituiscono un esempio di arte militare, sia campale che ossidionale, dalla cui conoscenza nessun appassionato può prescindere. Alcune di queste battaglie Cesare le perse, ma vinse tutte le guerre, grazie alla determinazione che seppe trasmettere ai propri soldati, i quali combatterono e morirono per lui con una dedizione e una convinzione raramente riscontrabili in altri eserciti.