Il dialogo, scritto nella fase della maturità di Platone, è incentrato sull'eros e il mondo delle idee. Un giovane ateniese di nome Fedro incontra Socrate e gli racconta di avere appena ascoltato un discorso di Lisia sull'amore. Accanto all'amore quale mania umana, che ricerca il piacere fine a se stesso, Socrate invece teorizza l'amore in quanto mania divina, finalizzato alla vera conoscenza dell'essere. Per comprendere appieno questa forma di eros, Socrate espone la sua teoria della natura della vita al di là dell'esistenza terrena. Lo fa attraverso il grande mito della biga alata, quale rappresentazione della tripartizione dell'anima umana. Ogni anima argomenta Platone - è soggetta a un ciclo di reincarnazione di diecimila anni. Solamente le anime dei filosofi riescono ad abbreviare questo ciclo a tremila anni perché sono in grado di contemplare più a lungo la pianura della verità, di cui le altre anime riescono a cogliere solamente una fugace impressione. E tuttavia questo brevissimo momento di conoscenza risulta fondamentale, perché lascia nell'anima il ricordo delle idee, una traccia di verità che potrà essere recuperata pienamente attraverso l'anamnesi. Il tramite verso le idee e l'uno è rappresentato da eros, la divina mania, che spinge l'anima verso ciò che è bello. Quando eros è libero di manifestarsi nell'incontro tra due amanti, rende viva e splendente l'immagine della bellezza che rigenera a sua volta il ricordo delle idee eterne e immutabili.