Tre atti e due tempi
  • 9788806204259
  • Einaudi
  • 2011

Tre atti e due tempi

di Giorgio Faletti

"Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve". Con la sua voce dimessa e magnetica, sottolineata da una nota sulfurea e intrisa di umorismo amaro, il protagonista ci porta dentro una storia che, lette le prime righe, non riusciamo piú ad abbandonare. Con "Tre atti e due tempi" Giorgio Faletti ci consegna un romanzo composto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità. Un romanzo che stringe in unità fili diversi: la corruzione del calcio e della società, la mancanza di futuro per chi è giovane, la responsabilità individuale, la qualità dell'amore e dei sentimenti in ogni momento della vita, il conflitto tra genitori e figli. E intanto, davanti ai nostri occhi, si disegnano i tratti affaticati e sorridenti di un personaggio indimenticabile. Silver, l'antieroe in cui tutti ci riconosciamo e di cui tutti abbiamo bisogno.


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Commenti (4)

03/02/2012 - Gino
utente
Finito di leggere Tre atti e due tempi di Giorgio Faletti. Asti. Una squadra di calcio della provincia italiana vive la sua stagione da sogno impegnata nella conquista della promozione in serie A. Il vecchio Silvano, detto Silver, è un ex promessa del pugilato, che ha rovinato la sua carriera proprio sul nascere, rimanendo implicato in un giro di scommesse clandestine. Silvano è stato in carcere, poi una volta uscito ha cercato di rifarsi una vita, ha trovato lavoro come magazziniere proprio nella locale squadra di calcio, si è sposato, ha avuto un figlio. A distanza di anni da quell’errore che ha messo fine alle sue ambizioni di pugile professionista, Silvano, rimasto vedovo, naviga a vista, prova a godersi il momento felice della squadra di cui suo figlio Roberto, soprannominato Il Grinta, è diventato il capitano condottiero. Rapporto complicato quello tra Silver e Il Grinta. Il round decisivo tra padre e figlio si combatte nel presente, il gong non ha ancora suonato la fine dell’ultima ripresa. L’obiettivo non è vincere il match ma riuscire a resistere in piedi, entrambi, fino all’ultimo abbraccio. Tocca a Silvano, perché padre, perché smaliziato dalle delusioni della vita, tenere in piedi fino alla fine lo show. Rispetto ai suoi precedenti thriller dal bulimico numero di pagine, Faletti si cimenta con il romanzo breve (su preciso invito dell’editore). Dal punto di vista narrativo non ci sono assenze attraverso una meccanica di flashback e presente. Lo scrittura è condizionata dalla scelta di affidare il ruolo di voce narrante al protagonista Silvano. Silvano è l’uomo navigato, sconfitto poi risorto, l’uomo con la fedina penale sporca, l’uomo silenzioso che scruta nell’animo del prossimo proprio come il pugile fa sul ring con l’avversario. Un libro perfetto in cui si analizza la società mettendo in evidenza i suoi punti deboli. Faletti ci racconta della corruzione del calcio e della società, ma anche della qualità dell’amore, ci parla della mancanza di possibilità per i giovani, del conflitto fra i genitori e i figli.

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03/02/2012 - Gino
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Finito di leggere Tre atti e due tempi di Giorgio Faletti. Asti. Una squadra di calcio della provincia italiana vive la sua stagione da sogno impegnata nella conquista della promozione in serie A. Il vecchio Silvano, detto Silver, è un ex promessa del pugilato, che ha rovinato la sua carriera proprio sul nascere, rimanendo implicato in un giro di scommesse clandestine. Silvano è stato in carcere, poi una volta uscito ha cercato di rifarsi una vita, ha trovato lavoro come magazziniere proprio nella locale squadra di calcio, si è sposato, ha avuto un figlio. A distanza di anni da quell’errore che ha messo fine alle sue ambizioni di pugile professionista, Silvano, rimasto vedovo, naviga a vista, prova a godersi il momento felice della squadra di cui suo figlio Roberto, soprannominato Il Grinta, è diventato il capitano condottiero. Rapporto complicato quello tra Silver e Il Grinta. Il round decisivo tra padre e figlio si combatte nel presente, il gong non ha ancora suonato la fine dell’ultima ripresa. L’obiettivo non è vincere il match ma riuscire a resistere in piedi, entrambi, fino all’ultimo abbraccio. Tocca a Silvano, perché padre, perché smaliziato dalle delusioni della vita, tenere in piedi fino alla fine lo show. Rispetto ai suoi precedenti thriller dal bulimico numero di pagine, Faletti si cimenta con il romanzo breve (su preciso invito dell’editore). Dal punto di vista narrativo non ci sono assenze attraverso una meccanica di flashback e presente. Lo scrittura è condizionata dalla scelta di affidare il ruolo di voce narrante al protagonista Silvano. Silvano è l’uomo navigato, sconfitto poi risorto, l’uomo con la fedina penale sporca, l’uomo silenzioso che scruta nell’animo del prossimo proprio come il pugile fa sul ring con l’avversario. Un libro perfetto in cui si analizza la società mettendo in evidenza i suoi punti deboli. Faletti ci racconta della corruzione del calcio e della società, ma anche della qualità dell’amore, ci parla della mancanza di possibilità per i giovani, del conflitto fra i genitori e i figli.

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17/02/2012 - sofia
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Premetto che non amo il calcio complice forse mio padre che mi costringeva a passare le domeniche ascoltando in diretta la radiocronaca delle partite e sibilando un shhhhh quando cercavo di fare conversazione con mia madre o mia sorella.Quando ero giovane io l'unica stanza in cui si poteva stare al caldo era la cucina con lo scoppiettio rassicurante dei ciocchi dentro alla stufa a legna. Non c'era modo di sfuggire al tormento delle partite di calcio! per questo forse conosciuto l'argomento dell'ultimo libro di Giorgio Faletti Tre atti e due tempi il calcio appunto mi ero ripromessa di non leggerlo e invece....Ci sono cascata! La mia curiosità di lettrice è immensa Faletti ultimamente non mi attirava proprioma una rece azzeccata mi ha convinta!L'argomento è oltremodo attuale il calcio-scommesse fa ancora audience e quindi...Silver è la voce narrante del breve romanzo che potrei anche definire racconto.Silver è il soprannome di Silvano Masoero “Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve”è un ex pugile ed ex galeotto per una faccenda di scommesse.Ormai ha più di sessantanni , ma non riesce ancora a dimenticare il suo sbaglio.Fa il magazziniere nella locale squadra di calcio ancora in serie B ma con davanti l'ultima partita che potrebbe consacrarla alla serie A. Il vincolo con la squadra da parte di Silvano è forte anche perchè suo figlio Roberto detto "il grinta" e il capitano amato da tutta la squadra e dai tifosi. Finchè per puro caso Silver si accorge che anche suo figlio si è lasciato irretire dal mondo delle scommesse...Silver diventerà per il lettore l'eroe-antieroe che rimedia a tutto. Faremo il tifo per lui e per il figlio e anche perchè no? per la squadra. La parte finale ci lasceràcontinuamente in sospeso rivelandoci che in fondo Faletti sa scrivere la tensione dei thriller.Mi sono ricreduta in pieno ottimo libro forse solo il finale mi ha poco convinto per me era degno di una soap opera,ma tant'è...lo consiglio lo stesso!

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22/09/2012 - nuvolainviaggio
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Silvano, il protagonista di questa storia, meglio conosciuto come Silver, è responsabile del magazzino e della logistica della squadra di calcio della sua città. Da giovane ha commesso un grave errore che gli è costato la fine di una brillante carriera come pugile e gli è valso anche la galera. La sorte beffarda lo costringerà a prodigarsi per ricostruire il rapporto con il suo unico figlio e, soprattutto, per evitare che compia lo stesso errore da lui commesso in gioventù. Gli eventi si svolgono in poco meno di 150 pagine, esattamente in tre atti e due tempi. I tempi sono quelli in cui la squadra di calcio locale si gioca il passaggio dalla serie B alla serie A e contemporaneamente sono anche quelli in cui Silvano gioca la sua personale partita contro il tempo e il destino. Dei tre atti, i primi due, quelli in cui Silvano si presenta e racconta gli eventi vissuti prima del giorno cruciale dei playoff sono sicuramente i migliori. Il ritmo del racconto è avvincente,le caratteristiche dei personaggi sono delineate molto efficacemente e la scrittura è chiara e fluida. Questo libro, molto diverso dai thriller a cui Faletti ci ha abituati, è stato davvero una piacevole sorpresa.

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