Educazione siberiana
  • 9788806195526
  • Einaudi (Supercoralli)
  • 2009

Educazione siberiana

di Nicolai Lilin

La vita di un ragazzo siberiano educato da un'intera comunità criminale a diventare una contraddizione vivente, e cioè un «criminale onesto». Le avventure di strada, le giornate al fiume, gli scontri tra adolescenti guerrieri. E soprattutto il sapere dei vecchi, che portano l'esistenza tatuata sulla pelle e trasmettono con pazienza e rigore il loro modo di capire il mondo. La Transnistria, terra di tutti e di nessuno, crocevia di traffici internazionali e di storie d'uomini. Una grande epopea criminale raccontata da chi l'ha vissuta, con una forza che ti agguanta e non ti lascia più. Nicolai Lilin ha solo ventinove anni, ma ha da raccontare una vita straordinaria e un universo che non assomiglia a nessun altro: anche per questo Educazione siberiana è un libro unico, senza paragoni possibili. Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare - e non è - fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Trans-nistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra.


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Commenti (3)

09/04/2013 - dannyy
utente
Leggerlo non è stato una passeggiata, la scrittura non ha facilitato l'intento e l'argomento pure. Detto ciò, sono rimasta colpita dal conoscere l'esistenza e la storia della Transnistria, dei suoi abitanti, delle differenze di mentalità criminale, dello "strappo" contro la propria cultura che il giovane Lilin ad un certo punto avverte e che lo porterà lontano dalla sua gente. Certo, ci si trova davanti ad una realtà di per sè crudele, in cui già da piccoli si impara qual'è il modo migliore per rendere il "nemico" (e ve ne sono di varie tipologie) impotente, però in questa realtà esistono anche regole di rispetto e sostegno dei più deboli. Raccolgo, del mondo crudo di Lilin, il messaggio positivo, il non-giudizio per vite che le vicende politico-culturali e l'ambiente hanno contribuito a rendere estreme. Sì, questo libro mi è piaciuto e di certo ha contribuito a spostare alcune mie visioni un pò più in là.

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18/07/2013 - sofia
utente
"- E lo sai perché Dio ha dato all'uomo una vita più lunga di quella degli animali? - No, non ci ho mai pensato... - Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L'uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un'altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare". (p. 67 educazione siberiana Nicolai Lilin) Nicolai Lilin abita a Cuneo dove fa il tatuatore. Questo Educazione siberiana è il suo primo libro scritto in italiano cone le carenze che solo chi vive solo da sei in Italia può manifestare nella scrittura. Al di là dello stile il libro ha fatto molto parlare per il contenuto. Educazione siberiana parla di una regione che molti non hanno mai sentito nominare la Transnistria, in territorio moldavo dove Stalin deportò la comunità criminale degli Urka Siberiani che si definisce una comunità di "criminali onesti".Non è un romanzo con una trama ben definita, ma un'insieme di racconti spezzettati proprio come di solito sono i ricordi.Stile non sempre scorrevole ma è avvincente il modo con cui Lilin racconta anche episodi raccappricianti. Dal libro Savadores ha tratto un film che non ho visto, ma dalle critiche risulta non molto aderente al libro.Interessante la cultura del tatuaggio di questa comunità."Nelle comunità criminali russe esiste una forte cultura del tatuaggio, e ognuno di essi ha un significato. Il tatuaggio è una specie di carta d'identità che serve per comunicare la propria posizione all'interno della società criminale: il tipo di «mestiere» criminale, informazioni varie sulla vita personale e sulle esperienze carcerarie". (p. 73)"La tradizione del tatuaggio degli Urca siberiani ha un processo lungo quanto la vita di un criminale. Si cominciano a tatuare alcuni segni all'età di dodici anni, e solo dopo essere passati attraverso varie esperienze e periodi della vita queste cose si possono raccontare con i tatuaggi, codificati e nascosti in un quadro che negli anni diventa sempre più completo". (p. 74)Un libro da leggere come una testimonianza senza approfondire se quello che Lilin racconta sia vero oppure no. E con questo pensiero ne consiglio la lettura.

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03/01/2014 - Gino
utente
Educazione siberiana è il primo romanzo dello scrittore russo Nicolai Lilin, pubblicato nel 2009. Nicolai, autore e protagonista di questo libro, ha vissuto per molti anni a Tighina e racconta la sua infanzia, adolescenza e maturità nella comunità criminale di origine siberiana (Urka Siberiani) stanziata in Transnistria, dopo la deportazione ad opera del regime di Stalin. La Transnistria è nello specifico una regione dell'ex Repubblica Socialista Sovietica Moldava (oggi Moldova) autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma non riconosciuta da nessuno Stato. La comunità di cui fa parte è regolata da leggi interne non scritte ma rigidamente osservate pena l'espulsione della comunità stessa. Esistono i divieti assoluti di stupro e strozzinaggio; lo spaccio di stupefacenti, i furti e le rapine sono consentiti se compiuti nei confronti dello stato e dei ricchi; l'omicidio è autorizzato se giustificato da una giusta causa. L'omosessualità attiva e passiva in carcere è proibita. Lilin descrive inoltre la complessa simbologia dei tatuaggi siberiani. I membri della comunità siberiana si autodefiniscono 'criminali onesti' e sono molto temuti in tutta la Russia, rivaleggiando con gli appartenenti a “Seme nero”, organizzazione criminale potente e capillare ma considerata moralmente inferiore dagli Urka perché hanno ormai infranto qualsiasi regola e tabù e si sono livellati con le mafie del resto del mondo. Lilin descrive ancora che in aggiunta a queste due egemoni operano i loro traffici altre mafie etniche, come quella ucraina, quella ebraica e quella georgiana. Mi è piaciuto, l’ho trovato molto avvincente, credo che guarderò anche il film, anche se secondo tutto quello narrato di Lilin non è proprio totalmente vero.

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