La peste
  • 9782070360420
  • Gallimard
  • 01/06/1985

La peste

di Albert Camus

Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda. Isolata con un cordone sanitario dal resto del mondo, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da esperimento per le passioni di un’umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni, ma neppure è capace di “essere felice da solo”, il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l’indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l’egoismo gretto gli alleati del morbo. Scritto da Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, La peste è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi. dalla quarta di copertina


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Commenti (4)

09/03/2012 - Ivana
utente
Ho impiegato anni per leggere questo romanzo perché, ogni volta che lo iniziavo, scoprivo che non era giunto il suo momento e lo mettevo da parte in favore di altre letture. Ora l'ho finito e sono più che soddisfatta perché si tratta di un romanzo bellissimo che tratta di peste, una malattia, il cui solo nome, ci fa subito tornare al passato e pensare che oggi non esiste più e quindi il dottore si è sicuramente sbagliato. E invece esiste eccome, e ciò che è ancora più grave è che oltre alla malattia della peste propriamente detta, esiste anche quell'altro tipo di peste che imputridisce i cuori e la mente delle persone. Questo è dunque un romanzo quanto mai attuale in cui viene messa alla prova la fede di padre Paneloux, emergono piccoli eroi come Castel, persone che continuano a prodigarsi per gli altri, come Rieux, nonostante le difficoltà che anch'esse si trovano a fronteggiare, e gente come Cottard che dalla peste traggono profitto e sperano che duri il più a lungo possibile. Ma, come dicevo, la malattia è solo un pretesto che Camus usa per dimostrarci che quando l'odio, la paura e la violenza prendono il comando nessuno viene risparmiato e tutti dobbiamo prodigarci per fare in modo che il cordone sanitario che ci tiene avvinti venga infine tolto e ci permetta di essere ancora una volta liberi. Il bacillo dell'odio, come quello della peste, al contrario di quanto si possa credere è ancora vivo e vegeto. I giovani che non hanno mai vissuto il dramma del nazismo e del fascismo, delle privazioni, della giustizia sommaria non possono capire fino in fondo il messaggio che vuole trasmettere Camus, ma a me è una cosa è arrivata forte e chiara: la peste non è morta ma, se desidero che rimanga sepolta, devo stare attenta ai segnali e cercare di fare del mio meglio affinché non abbia la possibilità di risalire in superficie. Siamo tutti responsabili, sta a noi poi capire di cosa.

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12/03/2013 - Gino
utente
La peste è un romanzo dello scrittore francese Albert Camus del 1947. Appena pubblicata, l'opera riscosse un grande successo (oltre 160.000 copie vendute nei primi due anni), ottenendo tra l'altro il Prix de la Critique. La Peste rientra nella produzione di Camus definita "ciclo dell'assurdo", che include anche un'altra celebre opera dello scrittore francese, “Lo straniero”. Il romanzo è ambientato nella città algerina di Orano, intorno agli anni ’40. Protagonista è Bernard Rieux, medico francese residente a Orano, e il romanzo è condotto come cronaca scritta in terza persona dallo stesso Rieux. La storia ha inizio in una stazione, nel viaggio che Rieux fa per accompagnare sua moglie in partenza per andare a curarsi. Poco dopo la partenza nella città arriva un gran numero di ratti; l’aria è tesa, si sente profumo di sventura, i primi colpi del morbo si fanno evidenti, la convinzione però non vuole vedere in faccia la realtà. Solo dopo i primi fatti spiacevoli Rieux e Castel si accorgono e prendono coscienza che il morbo è peste bubbonica. Rieux diventa un po’ il salvatore cittadino, aiutando su ogni fronte le persone, anche Jean Tarrou co-protagonista del romanzo con un destino già circoscritto, ma con l’animo ribelle. Dietro tutto ciò ci sono altre vite, storie, destini come il padre gesuita Paneloux che pensa che la peste sia una punizione divina per il male degli uomini. La speranza di una cura sembra non avere i risultati attesi, l’epidemia si ripresenta mutata, anzi peggiorata, è peste polmonare, la città è in declino, le morti aumentano a dismisura, tutto sembra non avere via d’uscita, ma… “[...] il modo con cui ci si ama, da noi. Gli uomini e le donne si divorano rapidamente in quello che si chiama l'atto d'amore o s'impegnano in una lunga abitudine a due. Questo non è nemmeno originale; a Orano, come altrove, in mancanza di tempo e di riflessione, si è costretti ad amarsi senza saperlo.” “[...] Ora so che l'uomo è capace di grandi azioni; ma se non è capace di un grande sentimento, non mi interessa". "Si ha l'impressione che sia capace di tutto", disse Tarrou. "Ma no, è incapace di soffrire o di essere felice a lungo. Non è quindi capace di nulla che valga". Li guardava, e poi: "Vediamo, Tarrou, lei è capace di morire per un amore?". "Non so, ma mi sembra di no, adesso". "Ecco: lei è capace di morire per un'idea, è visibile a occhio nudo. Ebbene, io ne ho abbastanza delle persone che muoiono per un'idea. Non credo all'eroismo, so che è facile e ho imparato ch'era omicida. Quello che m'interessa è che si viva e si muoia per quello che si ama". Rieux aveva ascoltato il giornalista con attenzione. Senza cessare di guardarlo, gli disse piano: "L'uomo non è un'idea, Rambert.”

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11/09/2013 - sofia
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Un brano: “Capisco”, mormorò Paneloux. “È rivoltante in quanto supera la nostra misura. Ma forse dobbiamo amare quello che non possiamo capire”. Rieux si alzò di scatto; guardava Paneloux con tutta la forza e la passione di cui era capace, e scuoteva la testa. “No, Padre”, disse, “io mi faccio un’altra idea dell’amore; e mi rifiuterò sino alla morte di amare questa creazione dove i bambini sono torturati”.La peste di Albert Camus.Il romanzo appartiene al "ciclo della rivolta"che segue il "ciclo dell'assurdo" rappresentato da Lo straniero. Tutti hanno riconosciuto nella Peste la metafora del nazismo chiamato all'epoca "peste brune" tesi avallata dall'autore stesso.Il protagonista e voce narrante è il dottor Rieux, agnostico e indifferente che trova l'unico modo di vivere la peste contrastandola .Coprotagonista è Tarrou un giramondo che si è trovato ad Orano allo scoppio della peste e che offre di combatterla organizzando dei gruppi di soccorso. Orano è una cittadina algerina sotto il dominio francese e i fatti si svolgono nell'aprile del 1940.Una moria di topi dà il via all'epidemia. Quando Parigi deciderà l'isolamento della cittadina molte sono le dinamiche che coinvolgono la cittadinanza c'è chi come Cottard cercherà di trarne frutto appoggiandosi a malavitosi oppure il giornalista Raymond Ramberche, che cercherà di evadere per ricongiungersi con la sua amata, disposto a tutto.Quando attraverso persone equivoche ci riesce deciderà invece di restare e collaborare con i gruppi di soccorso di Tarrou. La natura come in altre opere di Camus svolge una funzione quasi catartica quando quasi alla fine del morbo Rieux e Tarrou, nonostante il divieto di bagnarsi, si tuffano in mare e, dopo aver nuotato, ne riemergono quasi purificati e pronti a ritornare alla cura degli ammalati. E' un romanzo che fa pensare molto attuale e la morale che se ne trae è che l'unico modo per combattere il male è essere solidali perchè anche quando tutto passa il morbo dell'egoismo e dell'indifferenza può ancora permetterne la sua rinascita.Da leggere!

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18/10/2020 - fra_paga
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Un libro rilanciato quasi per moda dalla pestilenza covid che stiamo vivendo. Ma, al di là dell'oggettività che descrive con stupefacente attualità, ci troviamo di fronte ad un'opera preziosissima. La traduzione della versione che ho letto non è impeccabile, a tratti approssimativa, ma nonostante questo il libro si imprime nella mente e costruisce un mattoncino portante per la formazione umana. Siamo sui livelli di una pietra miliare della letteratura come lo è "La montagna incantata" di Mann. La psiche umana è scavata e analizzata nel profondo. Anche per questo il libro proviene da un passato che nulla ha di diverso dal nostro presente. Non sono tanto le situazioni ad essere le stesse quanto le paure umane, ancestrali. Bello e importante. Voto 8

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