Il gusto proibito dello zenzero
  • 9788811681687
  • Garzanti
  • 2010

Il gusto proibito dello zenzero

di Ford Jamie

Seattle. Nella cantina dell'hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant'anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l'ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L'America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l'odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l'aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All'inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, il loro legame si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l'ordine del governo è chiaro: i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, agli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto. Fonte http://www.ibs.it/code/9788811681687/ford-jamie/gusto-proibito-dello.html


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Commenti (8)

29/04/2011 - sofia
utente
Un libro che ho talmente amato da rileggerlo immediatamente! Seattle. Nella cantina dell'hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant'anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l'ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L'America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l'odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l'aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All'inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, il loro legame si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l'ordine del governo è chiaro: i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, agli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto.Un'amicizia che diventa amore e che ti cattura le emozioni Jamie Ford è cresciuto presso il quartiere cinese di Seattle e discende da uno dei pionieri della miniera del Nevada, il bisnonno Min Chung, emigrato nel 1865 dalla Cina a San Francisco, il primo della famiglia ad assumere il nome Ford. Autore di racconti vive attualmente nel Montana con la moglie e i figli Consiglio vivamente questa lettura!

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10/06/2011 - Moraschi
utente
Questo libro, in parte biografico, l'autore Jamie Ford che discende da uno dei pionieri delle mieiere del Nevada: il bisnonno Min Chung, emigrato nel 1865 dalla Cina a San Francisco, il primo della famiglia ad assumere il nome Ford. La storia è ambientata in America, precisamente a Seattle culla del Jazz, una grande passione per la musica e una ricerca continua di un disco in vinile inciso dal pioniere del jazz, Oscar Holden. Molto interessante la parte relativa alla seconda guerre mondiale, la descrizione dei rastrellamenti effetuati a Seattle nei confronti dei giapponesi e il loro internamento nei campi di 'ricollocazione' è una parte di storia quasi sconosciuta e taciuta fino agli inizi degli anni '80. Due ragazzini, lei giapponese e lui cinese, una delicata storia di amicizia e amore tra i due, contrastata dalla totale insensibilità di un padre accecato dalla sua venerazione per la patria. Un libro che mi ha commosso e che consiglio

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18/05/2012 - Michela
utente
l'ho preso in biblioteca solo per pura curiosità vista la pubblicità che ci ruotava intorno.... che dire.... è diventato il "mio" libro. Non ci sono parole per descriverlo.... magnetico, drammatico, curioso, fantastico... insomma per me è stato il libro in assoluto più bello del 2010.

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15/10/2012 - Barbara Tricerri
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Storia intrisa di dolcezza, ma che rispecchia anche la tragedia del momento storico.

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29/06/2013 - Gino
utente
Questo libro ha il merito di presentarci alcuni aspetti poco noti della storia Americana. Il protagonista è Henry, un ragazzo cinese che conserva gelosamente le sue radici. La vicenda si svolge nel 1942 a Seattle, in pieno subbuglio, nella guerra. Il ragazzo frequenta una scuola per bianchi, grazie ad uno borsa studio, lui porta sul petto una spilla “io sono cinese”, ma qui dovrà fare i conti con il bullismo, con il razzismo, con gli occhi indagatori e accusatori degli altri suoi compagni. Tutto è una completa perdizione. Un giorno arriverà a condividere con lui questi stessi stati d’animo una ragazza, Keiko, anche lei ragazza giapponese che però delle sue origini ha mantenuto solo i tratti somatici, parla americano e si sente appartenente al Paese in cui è nata. Il legame tra i due diventerà, giorno dopo giorno, sempre più forte, e quando tutti i giapponesi, anche se americani d’adozione per generazioni, verranno trasportati nei campi di prigionia, spogliati di ogni singolo avere, abito, dignità, capiranno che la loro non è solo un’amicizia, ma è molto di più. La storia è narrata con il ricordo di Henry che ormai ha quarant’anni che ripensa al passato, all’adolescenza. Il libro di Ford si fa portavoce di un periodo della storia poco analizzato, tutti sappiamo delle discriminazione americane razziali, ma non molti sanno di quante angherie gli immigrati orientali hanno dovuto subire.

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14/08/2013 - Rosa Mazzarrino
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Una dolcissima storia ambientata in un periodo storico, sicuramente poco conosciuto. Senza alcun dubbio può essere definito un romanzo storico: la realtà è quella della seconda guerra mondiale, la vita sconvolta dei nippoamericani, di chi pur essendo di origini giapponesi si considerava a pieno titolo americano e che ha visto la propria vita sconvolta dalla comparsa dei campi d'internamento, dall'odio e dal razzismo nei propri confronti. Come può un bambino che è nato in America e che non ha mai conosciuto altra terra se non il suolo americano capire perchè deve portare appuntato un cartellino con scritto "IO SONO CINESE" perchè i "veri americani" non lo confondano con i giapponesi?Come può un bambino capire perchè non può essere amico di una bambina solo perchè lei essendo giapponese, nella testa dei suoi genitori và allontanata in quanto "nemica" come tutti i giapponesi. E' anche la storia delle difficoltà di comunicazione tra genitori e figli, delle aspettattive che i genitori hanno nei confronti dei figli, del peso delle proprie origini ma soprattutto qui il problema è proprio la mancanza di comunicazione tra genitori e figlio, un padre-padrone che impone solamente e che, quando il figlio si ribbella, arriva a disconoscere un bambino di soli 12 anni e a ignorarlo completamente, come se non fosse mai nato. Ma per fortuna, di contro a genitori così chiusi e ostili l'autore pone una sorta di esempio positivo che sono i genitori della bambina, così aperti al dialogo, all'accoglienza, così "moderni" direi. Henry e Keiko dimostrano come il razzismo è solo frutto dell'ignoranza della gente, che l'affetto sincero e puro permette di superare le differenze culturali e l'egoismo. Bellissima l'ambientazione nella città di Seattle, la descrizione della città divisa in due quartieri (cinese e giapponese), e soprattutto sembra di camminare per quei vicoli e ascoltare in sottofondo il jazz dei negri fondatori. E senz'altro mi piacerebbe visitare l'Hotel Panama che pare esista davvero e conservi ancora il "patrimonio" di ricordi di quelle povere famiglie che hanno dovuto abbandonare tutto e affrontare l'odio, solamente perchè "diversi" pur essendo nati nello stesso paese.

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15/07/2014 - simona72
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molto bello, una storia originale, i rapporti tra cinesi e giapponesi durante la guerra... interessante

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15/01/2015 - Matik2003
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Un libro affascinate ed interessante, perchè ci viene raccontato un fatto, avvenuto durante la seconda guerra mondiale, in America, che per tanti anni è rimasto all'oscuro, quello della deportazione delle comunità giapponesi, ma non solo, viene trattato anche l'argomento del razzismo, una piaga sempre attuale,dalla quale non si riesce mai a guarire a causa dell'ignoranza e dell'intolleranza della gente. La storia è quella di un ragazzino cinese di nome Henry, che vive a Seattle e che i suoi genitori lo vogliono far essere un vero americano, per questo deve frequentare la scuola dei bianchi. "Henry faceva del suo meglio per rispettare e onorare i suoi genitori. Andava a scuola tutti i giorni, procedendo in senso contrario al flusso imponente degli altri ragazzini cinesi che lo chiamavano -diavolo bianco-. Lavorava alla mensa dove i diavoli bianchi lo chiamavano -giallo-." Un giorno alla mensa, dove lavora, incontra Keiko, una ragazzina giapponese, da qui la sua vita cambierà per sempre, all'inizio è profondamente combattuto se poter o non poter instaurare un qualche rapporto con lei, perchè suo padre, nazionalista sfegatato che odia e che vede nel Giappone il suo nemico numero uno gli ha sempre insegnato a non aver rapporti di alcun genere con tale popolo, ma poi lui estraniato e colpito ogni giorno da atti di bullismo da parte dei compagni di scuola bianchi, finalmente trova con Keiko un'alleata speciale, dalla quale imparerà ad apprezzare il fatto di essere americano e che non importa quello che sei ma come sei. "Henry, noi non siamo così. Voglio dire, i miei genitori non ti giudicano in base al distintivo che porti. Ti giudicano in base a ciò che le tue azioni dicono di te. E il fatto che, nonostante le idee dei tuoi genitori, tu sia venuto qui, dice un sacco di cose sul tuo conto ai miei genitori, e anche a me. Loro sono innanzitutto dei cittadini americani. Non ti considerano un nemico. Ti vedono semplicemente come una persona." Purtroppo, per loro, c'è la guerra e tutto è incerto, fino a quando un comunicato del Presidente degli Stati Uniti D'America, dichiara che tutte le comunità giapponesi devono essere trasferite in campi di internamento, da qui le strade di Henry e Keiko si separano, non prima di essersi dichiarati amore profondo e vero, ma il tempo e la distanza cambieranno le cose. "Henry stava imparando che il tempo della separazione finiva per creare distanza, più che le montagne e la differenza di fuso orario. Una distanza vera, quella che fa stare male e induce a smettere di farsi domande. Una nostalgia intensa al punto che il fatto di avere a cuore una persona comincia a diventare doloroso." Passano gli anni, Henry vive la sua vita insieme alla moglie Ethel ed al figlio Marty, poi ormai vedovo, camminando per le strade del quartiere, durante lo smantellamento e il rifacimento di un vecchio hotel, tornano alla luce oggetti appartenuti alle famiglie giapponesi internate....e dentro di lui rinasce il desiderio, mai del tutto abbandonato, di rivedere e ritrovare Keiko. Un libro delicato, affascinante, che parla di amore, di dedizione, di razzismo, di odio, di quanto la vita a volte ci giochi brutti scherzi, ma che non perdendo la speranza e la fiducia, può anche riservarci altre sorprese e bei nuovi momenti, come una favola.... Bellissima la figura di Sheldon, l'artista di strada che suona il sassofono, che sarà l'amico-padre di Henry, che lo incoraggia, lo aiuta e lo consiglia. Un ruolo importante lo riveste anche la musica jazz, vibrante ed unica, che sembra quasi di udirla in sottofondo mentre leggiamo il libro. "Avrebbe fatto come faceva sempre, avrebbe cercato le cose dolci fra le amare."

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