Il gusto proibito dello zenzero)
Letteratura italiana

Il gusto proibito dello zenzero, recensito da rosa mazzarrino

Una dolcissima storia ambientata in un periodo storico, sicuramente poco conosciuto. Senza alcun dubbio può essere definito un romanzo storico: la realtà è quella della seconda guerra mondiale, la vita sconvolta dei nippoamericani, di chi pur essendo di origini giapponesi si considerava a pieno titolo americano e che ha visto la propria vita sconvolta dalla comparsa dei campi d'internamento, dall'odio e dal razzismo nei propri confronti. Come può un bambino che è nato in America e che non ha mai conosciuto altra terra se non il suolo americano capire perchè deve portare appuntato un cartellino con scritto "IO SONO CINESE" perchè i "veri americani" non lo confondano con i giapponesi?Come può un bambino capire perchè non può essere amico di una bambina solo perchè lei essendo giapponese, nella testa dei suoi genitori và allontanata in quanto "nemica" come tutti i giapponesi. E' anche la storia delle difficoltà di comunicazione tra genitori e figli, delle aspettattive che i genitori hanno nei confronti dei figli, del peso delle proprie origini ma soprattutto qui il problema è proprio la mancanza di comunicazione tra genitori e figlio, un padre-padrone che impone solamente e che, quando il figlio si ribbella, arriva a disconoscere un bambino di soli 12 anni e a ignorarlo completamente, come se non fosse mai nato. Ma per fortuna, di contro a genitori così chiusi e ostili l'autore pone una sorta di esempio positivo che sono i genitori della bambina, così aperti al dialogo, all'accoglienza, così "moderni" direi. Henry e Keiko dimostrano come il razzismo è solo frutto dell'ignoranza della gente, che l'affetto sincero e puro permette di superare le differenze culturali e l'egoismo. Bellissima l'ambientazione nella città di Seattle, la descrizione della città divisa in due quartieri (cinese e giapponese), e soprattutto sembra di camminare per quei vicoli e ascoltare in sottofondo il jazz dei negri fondatori. E senz'altro mi piacerebbe visitare l'Hotel Panama che pare esista davvero e conservi ancora il "patrimonio" di ricordi di quelle povere famiglie che hanno dovuto abbandonare tutto e affrontare l'odio, solamente perchè "diversi" pur essendo nati nello stesso paese.

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

Di questo autore

2010
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Il gusto proibito dello zenzero

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