"Quando i pochi che possono parlare vogliono essi stessi dimenticare, dopo un po' tutto torna normale. E' come se non fosse successo nulla." In molti mi hanno consigliato di leggere Valerio Massimo Manfredi perché i suoi libri sono appassionanti e la scrittura fluente, sono andata come mio solito in biblioteca ed ho scelto questo testo per farmi una mia opinione personale. Devo dire che per me è stata una delusione, in molti tratti il racconto mi ha richiamato alla memoria il libro del grande Arthur Conan Doyle Il cane dei Baskerville (un classico della letteratura inglese, brillante e accattivante, il primo della serie del grande investigatore Sherlock Holmes), mi è sembrato come una brutta copia dell'originale, in entrambi è presente un animale terribile che terrorizza e uccide ed un mistero da risolvere, la differenza è che in Chimaira scopriamo anche un'antica storia etrusca da ricomporre grazie al ritrovamento in una tomba di frammenti bronzei che l'archeologo Fabrizio Castellani con arguzia e bravura riporterà alla luce e la collegherà ai fatti orribili che accadono nella Volterra di oggi. Per i miei gusti la storia è troppo irrazionale e fantastica, ho sperato fino all'ultima pagina che il finale avesse un senso logico e reale, ma purtroppo non è stato così quindi la lettura mi ha lasciata delusa e insoddisfatta. "Anche la morte uccide. Ma non può essere uccisa. Tu non hai idea di che cos'è. Noi l'abbiamo avuto di fronte per alcuni interminabili secondi a una distanza di due metri. Io non ho mai visto niente del genere in tutta la mia vita e sono certo che non esiste al mondo alcun animale di quella specie. E' un mostro, ti dico...una chimera."