«Girandosi, guardò al di là della baia, e laggiú, certo, scivolando a intervalli regolari sulle onde, prima due lampi veloci, poi uno lungo e durevole, c'era la luce del Faro. L'avevano acceso». Gita al faro di Virginia Woolf Insieme con La signora Dalloway Gita al faro è l'opera che più rappresenta Virginia Woolf come autrice di un roamzo che è innovativo per i tempi in cui è stato scritto. La trama non è importante sono importanti i sentimenti dei protagonisti.Il romanzo si divide in tre parti: La finestra, Il tempo, Il faro. Ogni parte è strettamente collegata all’altra. Il senso dell'attesa pervade tutta la storia e i suoi protagonisti e quando finalmente la gita verrà realizzata dopo molti anni la realtà per James sarà molto inferiore al suo sogno di bambino di andare al faro, sogno che non si era realizzato per il cattivo tempo.«Sì, di certo, se domani farà bel tempo,» disse la signora Ramsay. "Ma bisognerà che ti levi al canto del gallo," soggiunse. Queste parole procurarono al suo bambino una gioia immensa, come se la gita dovesse effettuarsi senz'altro, come se il prodigio che a lui sembrava d'aver atteso per anni e anni, fosse ormai, alla distanza d'una notte nel buio e d'una giornata sul mare, quasi a portata di mano. James Ramsay, all'età di sei anni, apparteneva di già a quella vasta categoria di gente che non può tener distinte le proprie emozioni, ma lascia che i lieti o mesti presagi del futuro annebbino quanto va realmente accadendo." [Virginia Woolf, Gita al faro, traduzione di Giulia Celenza, Garzanti, 1974] La Sig.ra Ramsay fin dalle prime pagine si rivela un personaggio molto più complesso dell'altra protagonista la Sig.ra Dalloway. La finestra a cui si affaccia spesso è per lei un modo non solo per ammirare il panorama dove lontano si staglia il faro, ma il modo per analizzare se stessa, madre di otto figli, sposata ad un professore di filosofia al quale si sente però superiore.I Ramsay sono in vacanza alle Isole Ebridi e la casa ospita oltre alla numerosa famiglia alcuni amici tra i quali una pittrice dilettante che lascerà incompito un quadro e che , in qualche modo, finirà dieci anni dopo.Il personaggio della Sig.ra Ramsay ci rivela quanta strada abbia fatto la letteratura nel dipingere la figura femminile. Basti pensare alla differenza fra Mrs Bennet, creato da Jane Austen in Orgoglio e pregiudizio (1813) e la Sig.ra Ramsay di questo romanzo scritto nel 1927. Già Henry James nel suo Ritratto di signora anticipa ne la Sig.ra Isabelle Archer un tipo di donna che si verrà affermando soprattutto in questo romanzo. Nella prima parte c'è anche il conflitto fra un padre padrone e il piccolo James, conflitto che si rivelerà non risolto anche nell'ultima parte. Ma soprattutto impera questo rapporto marito-moglie che è così emblematico anche in tante coppie al giorno d'oggi.Nella parte che potremo definire il tempo e viene citata solo per gli avvenimenti negativi che avvengono e che sono appena accennati come la morte della Sig.ra Ramsay , del figlio Andrew durante la Prima guerra mondiale e la figlia Prue per complicanze dopo il parto. E finalmente dopo dieci anni è il faro il protagonista la casa che era andata in rovina viene rabberciata alla meglio tornano due figli con il padre e due amici di famiglia tra i quali la pittrice che finalmente deciderà di finire in quadro.Il romanzo o attira o respinge il lettore. Non è la solita narrazione e neppure le ripetizioni sono casuali. Amo Virginia Woolf la sento congeniale mi piacciono i suoi conflitti esistenziali, ma certo la sua non può essere considerata di evasione , fa riflettere e le sue continue citazioni poetiche fanno incantare. Sicuramente a chi ama la letteratura ne consiglio la lettura.