Leggere Dacia Maraini è sempre un piacere. La sua è una scrittura che a volte rasenta la poesia, erudita e nello stesso tempo scorrevole.Ha la capacità di descrivere la figura femminile analizzando l'anima della protagonista e rendendola viva e chiara nella mente del lettore. In Il treno dell'ultima notte la protagonista ha un nome strano, si chiama Amara. Il padre nonostante il divieto del Duce di non usare nomi strani era riuscito a registrarla con il nome di Maria Amara Sironi, amari erano i tempi in cui era nata.Dacia Maraini ci porta attraverso la storia in primis la ricerca di Amara del bambino che si chiamava Emanuele e con il quale giocava da piccola a Firenze. Emanuele era ebreo e proprio quando Hitler iniziava a perseguire gli ebrei si era trasferito in Austria con la famiglia.Seguiremo la protagonista nella sua ricerca che la porterà in piena guerra fredda in Polonia e infine anche in Ungheria dove assisterà all'insurrezione del 1956. Un bellissimo libro proprio perchè non si ferma all'Olocausto e spazia nelle atrocità del dopo guerra e della guerra fra il blocco sovietico e l'occidente. Sicuramente un libro da leggere.