Vera ha cinquant'anni e compone il suo romanzo epistolare destinando le sue lettere a Flavia, la nipote bambina di Edoardo, il giovane violinista a cui è sentimentalmente legata. Scrive per sette anni, dal 1988 al 1995, anche quando la storia d'amore con Edoardo finisce, mantenendosi tuttavia sul filo di un'amicizia e, mentre si rivolge a Vera, è come se lasciasse riaffiorare la bambina che lei stessa è stata. È un leopardiano "dolce rimembrar" dove al ricordo amoroso dello zio Edoardo si intrecciano le molte altre storie che compongono un mosaico esistenziale: così agli appuntamenti concertistici si affiancano viaggi professionali, le fragili "mitologie familiari" si alternano ai divertiti giochi gergali degli innamorati.