Sembrava che lui mi fissasse....col suo sguardo dilatato e immenso che avvolgeva, condannava, esecrava tutto l'universo. Mi sembrò di sentire quel grido sussurrato: Che orrore! Che orrore!." E' la storia di Amara che va in cerca, nell'immediato dopo guerra, del suo amico d'infanzia Emanuele Orestain, il bambino che tanto lei ha amato nella sua Firenze, da piccoli giocavano, andavano in bici, erano ghiotti delle buonissime ciliegie, ma un giorno del 1939, i genitori del piccolo decidono di rientrare a Vienna, loro ricchi ebrei, famiglia importante non temevano l'avanzare delle idee di Hitler e del nazismo, stupidamente pensavano di essere indenni dall'orrore che quotidianamente colpiva gente delle loro origini. Emanuele tiene informata Amara, tramite lettera prima e poi lascerà un piccolo quaderno/diario, all'interno di una crepa in un muro nel ghetto di Lodz, dove racconta tutte quello che gli succede fino alla deportazione, dove si perdono le sue tracce. Amara parte da qui, percorre l'Europa, durante la guerra fredda, alla ricerca del suo caro amato amico perchè è convinta che lui sia vivo, alla fine lo troverà, completamente cambiato dall'ORRORE che ha vissuto. "Ombra mai sazia di splendide apparenze, di realtà spaventose:ombra più cupa che non le ombre di notte". (Conrad) Questo libro è un viaggio terribile, che ripercorre con cruda realtà tutto il male delle persecuzioni fatte da Hitler e dai suoi uomini. Quanto male hanno causato al popolo ebreo, uomini e donne ai quali veniva tolta la loro dignità, erano un numero e subivano ogni tipo di atrocità, crudeltà e perversione. Tutte le idee di un pazzo, Hitler, che inneggiava ad una razza perfetta, pura, che eliminava "una specie parassita", avevano reso cieco ed esaltato il popolo tedesco che a fine guerra deve aver provato una grande vergogna, disagio e turbamento, terribile deve esser stato scoprire ciò che avveniva nei campi di concentramento. "...una fila di donne nude, dalle carni bianche, come appare la pelle quando viene spogliata dei vestiti, d'inverno. Una nudità così non l'ho mai veduta. Una nudità che, nel suo rivelarsi ultimo, arreso, si fa lieve, trasparente e muta. Le teste sono incassate nelle spalle, i petti incurvati in avanti, le mani a coprire i sessi. Sono i dannati che si avviano, senza ribellarsi, verso l'estrema condanna, pur sapendo di essere innocenti. C'è un marchio che li inchioda al loro destino di martiri. Sono colpevoli di vivere, di essere se stessi. Anche se non hanno ascoltato il serpente, se non hanno morsicato la mela della tentazione, sono lì a subire l'umiliazione del rifiuto divino. Per sempre, dicono, quei corpi curvi, per sempre. Ma perchè?" Un racconto complesso che tratta temi forti, tristi e intolleranti, un pezzo della nostra storia che non va dimenticata, ci umilia ed avviliste, l'Olocausto costituisce un evento fondamentale per comprendere sia la civiltà occidentale che l'evoluzione degli stati nazionali, la moderna società burocratica e, naturalmente, la natura umana. L'Olocausto altro non fu che l'assassinio premeditato di milioni di civili innocenti. Un libro che porta a pensare ed a riflettere, bello e tristissimo allo stesso tempo. "Il futuro si apre davanti a lei come un fiore precoce che ha sentito il primo raggio di sole, ma potrebbe rimanere congelato sul ramo. Perché la primavera non è ancora arrivata e quel raggio di sole l'ha ingannata."