Un sapere immenso quello di Hugo che in questo romanzo mostra tutto il suo scibile e la sua curiosità, una cultura molto vasta dal latino alla storia, all’architettura, all’arte, fino all’esoteria, all’alchimia. Fino alla fine ho sperato che Esmeralda il cui solo peccato nella vita è stato quello di essere vittima di un amore adolescenziale che ha idolatrato un essere ripugnante come Phoebus, si salvasse e invece è portata dietro la povera madre che ha potuto riabbracciare la figlia rapita solo per pochi istanti e il povero Quasimodo che è quello che fa più tenerezza, essere dal cuore d’oro giudicato sempre e solo dalla sua deformità. Odiosi Phoebus, arrogante e pieno di sè e Gringoire egoista ed opportunista. Sul malvagio Frollo, prete disgustoso e malato che si può aggiungere, se non che ha fatto la fine che meritava.