Un altro bel romanzo della Austen che forse mi è piaciuto più di Orgoglio e Pregiudizio: la storia d’amore nell’Inghilterra ottocentesca, tra Anne e il capitano Wentworth che si lasciano 8 anni prima a causa della mancanza di carattere della protagonista che si lascia facilmente manovrare e che si ritrova ad essere 8 anni dopo decisamente più matura e sicura di sé. La Austen è davvero magistrale nella sua abilità di farti amare personaggi che all’inizio possono esserti antipatici; sicuramente all’inizio di Anne ci si fa un’opinione che è del tutto diversa da quella finale. Difficile sottrarsi all’influenza di una persona che si dichiara tua amica,come la miss Russell che dice di considerarti una figlia e che in nome di questo affetto agisce senza lasciarti libera di decidere e anche di sbagliare, che vuole condizionare le tue scelte, che approfitta della tua immaturità e fragilità per imporre la sua volontà e anche se Anne cerca di giustificarla, questa figura ti lascia un po’ di rabbia perché è a causa sua che i due devono rinviare la loro felicità di ben 8 anni, è a causa sua che lui crede Anne una persona debole e senza carattere ed è a causa sua che Anne si priva di un amore sincero e profondo per restare all’interno di una realtà famigliare “anomala”. Credo, infatti, che la Austen sia molto attenta nella descrizione psicologica dei suoi protagonisti; mi ha colpito questa aridità di affetti famigliari nei confronti di Anne;questo padre, sir Walter molto narcisista, egoista e questa sorella Elizabeth completamente apatica, anemica di sentimenti fraterni; una sorella sposata incapace di fare da madre ai suoi figli che ancora si comporta da bambina viziata lei.