Le correzioni è il terzo romanzo di Jonathan Franzen ed è quello che ha reso celebre lo scrittore. Il romanzo ha vinto il National Book Award e il James Tait Black Memorial Prize. Il romanzo si incentra sulle relazioni umane; protagonisti sono i membri della famiglia Lambert, originari di una piccola città del Midwest americano: la madre apprensiva Enid, il marito in pensione Alfred, ed i tre figli Gary, Chip e Denise. « Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l'intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. » Delusa dal matrimonio, e alla ricerca di un piacere illusorio su cui proiettare la propria felicità Enid Lambert si è imposta un obiettivo: riunire per un "ultimo" grande Natale tutta la famiglia. Questo desiderio si trasforma ben presto in un'ossessione, perché Enid, nell'osservare la realtà, non può esimersi dall'applicare delle "correzioni": correggere le cose, in una perpetua illusione di credere di aver capito "cosa non funziona", in sé e negli altri, e di poter dire "da oggi qualcosa cambierà". Uno dopo l'altro, pur nella loro diversità, e con diverse sfumature, anche gli altri personaggi finiranno per avere lo stesso atteggiamento. Come suo marito Alfred, introverso e dispotico, ingegnere di una compagnia ferroviaria in pensione. Malato di Parkinson, sprofonda ogni giorno di più nella demenza, visitato dalle allucinazioni e dagli incubi: la famiglia ha programmato per lui una cura che, significativamente, si chiama Corecktall. O come il figlio Gary, dirigente di banca, nevrotico e materialista, sposato con una donna infantile ed egoista che lo ha fatto cadere in depressione, che cerca di convincersi che tutto sia a posto, nonostante chiari segni del contrario, occasione per Franzen di dare uno ritratto impietoso alla vita di coppia, dei tentativi di cambiarsi e di cambiare il partner, oppure come la figlia Denise, chef di successo con tendenze lesbiche, invischiata in relazioni travagliate, ed avvinghiata al mantra "ma questa volta sarà diverso". O come il secondogenito Chip, beniamino di papà Alfred, intellettuale cacciato dal college dove insegnava per aver sedotto un'allieva, intento a riscrivere e "correggere" per l'ennesima volta la stessa sceneggiatura. Seppur mi è piaciuto nel suo indagare e nell’idea che tu prima o poi arriviamo a “correggere” una nostra azione/avvenimento compiuto, trovo che sia un libro triste, troppo. Come se ogni cosa non avesse il suo senso di bellezza, e ne fosse svuotata. Mi ha dato l’immagine di una vita come una parabola discendente, no, per me la vita è un tendere verso l’irraggiungibile, verso quel possibile che si cela dietro l’impossibile.