La Sicilia nella prima metà del Settecento, epoca splendida e miserabile, sapiente e ignorante. Una grande famiglia palermitana la cui storia è scandita dal susseguirsi di matrimoni, parti, impiccagioni, festini, cene, balli,uccisioni, tutti eccessi di una società avviata irreversibilmente al tramonto. E Marianna, una bambina destinata, come le sorelle e le cugine, a sposarsi e ad arricchire di nuovi eredi il casato, oppure a entrare in convento per sempre. Ma Marianna è speciale, è sordomuta, e se deve comunicare con il mondo che la circonda e nel quale vuole vivere, può farlo solo scrivendo, riversando nella pagina bianca i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Questo la rende diversa? Forse. Ma la vita, la lunga vita di Marianna Ucrìa, sarà fatta dei gesti, delle gioie, delle fatiche, dei sapori e dei profumi di cui sono ricche le esistenze delle donne. Anche lei conoscerà gli affetti, i dolori, i dubbi di ogni figlia, di ogni madre. E quell'amore che incontrerà dopo anni di solitudine sentimentale, sarà un amore assoluto e sensuale, disperante e disperato, vissuto con la generosità che appartiene alle passioni giovani. Un romanzo indimenticabile che cattura il lettore in un mondo vivo di personaggi e situazioni sorprendenti, ma nello stesso tempo sigillato dal più inquietante dei silenzi che una mente femminile possa ospitare.