Un libro come una lunga preghiera negli ultimi giorni di vita di Tintoretto dove lui si rivolge al Signore ripercorrendo i punti salienti della sua vita tra le sue opere, i figli e la sua amata Marieta, figlia illegittima. Il tutto, nella meravigliosa cornice di Venezia. E' un romanzo che arriva dritto al cuore perché bisbigliato come una lunga confessione. Tintoretto narra di sè chiedendo perdono a tratti e accusando il Signore in altri, per ciò che gli ha portato via considerando forse troppo pesante la croce che gli ha dato da portare nel momento in cui si vedeva sottrarre i figli. Due grandi amori, la pittura e Marieta che si fondono in lei e nell'unico figlio che rimarrà, Dominico. Tintoretto è tratteggiato dall'abile penna dell'autrice come un uomo dotato d'ingegno e di passione, votato all'arte ed alla sua Venezia; un padre come tutti gli altri, un marito non certo devoto ma neppure crudele. Lo stile è perfetto, la scrittura scorrevole, le parole entrano dentro e trovano il giusto posto nel cuore del lettore.