Umberto Eco di questo libro ha scritto che è un romanzo"mal scritto", in effetti molte sono le ripetizioni, lo stile è spesso ripetitivo, la trama un fueilleton ma bisogna anche capire che è stato scritto nel 1844 e che all'epoca Dumas scriveva con un compenso un tanto al rigo però la lettura anche ai giorni nostri non è lenta e noiosa. Il personaggio Edmondo Dantes vittima nella è prima parte di invidie e di una condanna ingiusta si trasforma nella seconda parte nel quasi diabolico Conte di Montecristo che effettuerà la sua vendetta.Il conte di MOntecristo assolve a tutte le aspettative di un lettore, avventure, parte storica, conflitti interni nel personaggio e la sua sete di vendetta assolve il desiderio di giustizia che c'è in ognuno di noi.Perchè leggerlo dopo tanti anni dalla sua pubblicazione? Perchè i sentimenti forti attirano anche il lettore moderno la sua sarà una vendetta accarezzata negli anni di ingiusta prigionia, si libererà del giovane ingenuo che era e diventerà uno spietato esecutore della sua vendetta. I traditori il magistrato, l'amico divenuto militare, il sarto poi locandiere e lo scrivano della nave, subiranno la loro giusta pena: la pazzia, il suicidio, l'omicidio e la rovina economica.Ambientato in Francia negli anni successivi alla caduta di Napoleone, tra Marsiglia e Parigi si arricchirà di altre storie oltre a quella principale rendendo Il conte di Montecristo un classico da leggere anche dopo tanti anni.Non mi resta che augurarvi un buon viaggio con Edmondo Dantes, Il conte di Montecristo..."Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)"