(dall'introduzione di Maurizio Ferraris) Gli antichi sono oggettivisti in tutto, e dunque anche nell'arte, ossia ritengono che le proprietà estetiche siano immanenti alle opere. I moderni sono soggettivisti, dunque ritengono che le opere siano tali in quanto manifestano lo spirito umano. L'ultimo risultato di questa tendenza, che viene apertamente allo scoperto con il romanticismo, è l'arte concettuale del Novecento, secondo cui qualunque cosa può essere un'opera d'arte, purché una comunità umana, o un gruppo di esperti, o al limite il suo autore, la consideri tale.