Libro intenso, pur nella sua apparente linearità, Cacao tratteggia un Brasile che, chiuso il carnevale dei folli anni Venti, comincia a meditare sulla propria realtà di paese del sottosviluppo, con un epicentro del Nordest dello zucchero e del cacao, delle siccità bibliche e dei flagelli naturali, del sole a picco su di una schiavitù della gleba non esaurita dalla sua abolizione ufficiale nel 1888. Scritto a ventun anni, nonostante si prefiggesse di tratteggiare con "realismo socialista" il mondo dei braccianti e delle prostitute del Nordeste, dei rapaci prprietari terrieri e dei bolsi avvocatucci loro schiavi, il romanzo è tuttavia percorso da una genuina vena estetica, la stessa che caratterizza tuta la produzione posteriore di Amado.