A Monterey, in California, oltre agli americani e agli italiani che vivono pescando, abitano i paisanos di origine spagnola, india e messicana – oltre che di certe razze caucasiche – in case perlopiù di legno a Pian della Tortilla. Danny è uno di questi, fa lo 'scorticamuli', e quando compie venticinque anni è arruolato in guerra dagli Stati Uniti contro la Germania insieme ai suoi amici Pilon e Joe Portoghese il Grande. È al ritorno però che la sua vita cambia davvero, perché eredita dal nonno, “il viejo”, ben due case a Pian della Tortilla. Se non sei abituato come non lo è Danny che di solito dorme nella foresta, è una strana sensazione durante la notte avere un tetto, anzi due, sopra la testa durante la notte. Ora, Danny ha sempre diviso tutto con gli amici, e così fa anche con le sue case, stabilendo di affittarne una a Pilon. Pur non avendo i soldi per pagare la pigione, in breve tempo Pilon recupera un altro amico, Pablo, e si unisce al loro campare alla giornata anche Gesù Maria Corcoran cui Pilon e Pablo propongono l’affitto di una stanza della casa di Danny, per quindici dollari al mese con il versamento immediato di tre dollari (guarda caso la somma che Gesù possiede al momento). Gesù con quei soldi vorrebbe invece comprare un reggiseno per la donna che sta corteggiando, ma cede alle insistenze di Pilon perché questi gli spiega che anche Danny sta corteggiando una donna, la sua vicina di casa la signora Morales che possiede dei polli e duecento dollari in banca: non sarà meglio che con quei tre dollari – l’affitto che gli amici finalmente gli verserebbero – si compri un reggiseno alla vicina Morales? O meglio dei canditi? O meglio ancora del vino? Primo romanzo di successo di John Steinbeck, premio Nobel per la Letteratura nel 1962, Pian della Tortilla anticipa in un contesto picaresco a metà degli anni Trenta diversi temi presenti anche in altri romanzi dello scrittore americano: la Depressione, la lotta per la sopravvivenza, e i legami profondi tra protagonisti ai limiti della società, che conducono un’esistenza semplice e grezza. Ciò che li tiene uniti più di tutto è il vino, che scorre a fiumi in tutto il romanzo e che quasi si sostituisce al cibo come scopo del guadagno quotidiano. “Due galloni sono molto da bere, anche per due paisanos. Ecco come si possono graduare, agli effetti spirituali, le fiasche: due dita sotto il collo della prima, conversazione concentrata; due dita più sotto, mestizia di dolci ricordi; tre dita ancora più sotto, pensieri di vecchi amori felici; un dito più sotto, pensieri di amori infelici; fondo della fiasca, tristezza in ogni senso; due dita sotto il collo della seconda fiasca, disperazione nera; due dita più sotto ancora, canto di morte; altre due dita più sotto, canto di morte e dannazione. Da questo punto in poi inutile guardare; nulla vi è di certo e può accadere qualunque cosa.” Steinbeck narra con leggera ironia le avventure dei suoi protagonisti, che non risultano mai disperati: grazie all’eredità Danny avrebbe modo di emanciparsi dalla propria condizione ma al contrario la nuova ricchezza lo rende schiavo infelice delle regole sociali e corrompe la sua amicizia con Pilon e gli altri molti ospiti della sua proprietà. La traduzione in italiano del romanzo, benché di Elio Vittorini cioè uno tra i maggiori intellettuali del nostro Novecento se non il più grande, è un po’ polverosa e varrebbe forse la pena dare a Steibeck una voce più fresca e attuale. Fonte http://www.mangialibri.com/node/2782