"Vi proibisco di pronunziare simili ingiuriose illazioni. Io ho difeso Caterina Dolfin da coloro che, per gelosia e meschina invidia, l'hanno calunniata e hanno tentato di punirla della colpa di essere intelligente, colta, capace di scelte di grande coraggio. Una donna che la società teme perché non si lascia spaventare e imbrigliare con docilità nei suoi schemi. Per di più, bellissima. Di gran lunga la più affascinante e raffinata signora che io abbia mai incontrato o che Venezia abbia potuto vantare. Troppe qualità insieme. Il mondo L'avrebbe fatta a pezzi, se non l'avessi protetta." (Andra Tron il doge).
Il romanzo è ambientato nella Repubblica di Venezia nella metà del Settecento, in un clima limitato dalla morsa dell’Inquisizione, dove si svolge la vita di Caterina Dolfin, una donna molto bella, amante della letteratura e della filosofia, la cui vita si intreccia quasi per caso con quella dell’uomo più potente della Serenissima, Andrea Tron, ambasciatore a Vienna, Parigi e Roma, nonché procuratore di San Marco e savio del consiglio. Veniva ironicamente chiamato nelle satire veneziane “il patron” per simboleggiare con questa rima riferita al cognome, anche il potere di cui godeva a Venezia. Andrea Tron è al tempo del romanzo un uomo sui 40 anni, molto attraente e particolarmente conosciuto in tutta Europa come gentiluomo di cui ogni donna si innamora facilmente. Anche l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, pare gli fosse estremamente legata da un legame lavorativo, ma anche di stima e affetto (un rapporto che non si sviluppò mai sentimentalmente).
La giovane Caterina, figlia unica, con una buona istruzione, sposò Marcantonio Tiepolo, un patrizio di mediocri sostanze e di scarse ambizioni per volontà della madre. Una sera del carnevale 1755, abbandona di nascosto la casa familiare per andare a divertirsi con degli amici nella dimora del console inglese Smith. La ragazza attira subito e benevolmente l’attenzione dell’uomo non solo per la sua bellezza ma anche per la sua mente colta e raffinata, così attratta dalle teorie liberali di quegli illuministi i cui libri erano vietati a Venezia. Proprio nella biblioteca del console, Caterina conosce Andrea Tron e tra i due ci sarà un colpo di fulmine che li porterà ad un tacito accordo secondo il quale la donna diventerà sua amante, mentre l’uomo le garantirà una vita lussuosa in libertà per il resto dei suoi giorni.
Un rapporto “moderno” in cui le parti stabiliscono un patto sulla necessità di Andrea Tron di averla e di Caterina di possedere quella libertà e quella ricchezza che tanto le erano mancate in gioventù e avevano causato quel matrimonio “obbligato” con un uomo che le faceva ribrezzo.
Caterina lotterà, farà di se un’intellettuale dell’Arcadia, pubblicherà dei versi per il padre e diventerà una sorta di mecenate degli artisti, specialmente di quelli più liberali, attratti da idee rivoluzionarie. Lotterà anche davanti alla società, finchè dopo vent’anni riuscirà ad ottenere dal Tribunale l’annullamento delle nozze proprio perché non accondiscendente. E l’amore matura, cresce, muore, risorge…ma ha un solo punto fisso: Andrea Tron. Colui che la mantiene da anni, con il quale ha vissuto da “moglie” per due anni, un uomo che ha sempre rispettato le sue richieste ed esigenze senza intromettersi nella sua vita privata e giudicarla. Il loro è un rapporto libero, ma fino a quando? Arriverà un momento in cui uno dei due deciderà di porre fine a questo tiro alla fune e decidersi a trascorrere il resto della vita insieme come marito e moglie?
Lo scoprirete leggendo il romanzo che vi rapirà tra i balli sfarzosi, le luci sul canal grande, gondole che scivolano nell’acqua, maschere decorate, gli abiti scollati e sfarzosi del Settecento.
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