"Provai piacere per quel NOI ma mi infastidì il brusco passaggio all'IO: IO ho sempre sbagliato tutto. NOI, avrei voluto correggere, SEMPRE NOI, ma non lo feci."
Continua la storia di Lila e Lenù, il loro rapporto di amicizia, ma anche di rivalità, di amore che a volte rasenta l'odio, di dipendenza dalla quale però sempre più spesso si sente la necessità di allontanarsi e di vivere un'esistenza indipendente l'una dall'altra.
La Elena Ferrante è riuscita anche con il secondo volume a catturare l'attenzione del lettore, che ancora ed ancora, legge pagina dopo pagina, senza stancarsi, il trascorrere della vita di Lila e Lenù.
La prima è una donna ormai sposata, che si accorge da subito di aver commesso un gravissimo errore, la vita con Stefano è difficile, si passa continuamente dai momenti di calma apparente fino a scontri furibondi che si concludono con le mazzate, è passata dalla povertà del rione, alla donna che ha tutto: ricca, la casa nuova, i più bei vestiti e padrona delle attività del marito, ma tristemente infelice ed incompleta.
"Non mi piace più quello che ho fatto e quello che sto facendo."
La seconda continua la carriera "scolastica" tra alti e bassi, sempre più consapevole della sua capacità di non accettarsi, in contrasto con la facilità di piacere a tutti, perché lei è la brava ragazza studiosa e diligente, non si impone mai e riesce a nascondere e camuffare i propri reali sentimenti, soffre profondamente per la passione che travolgerà Nino, suo amore da sempre e Lila.
"Capii all'improvviso perché non avevo avuto Nino, perché lo aveva avuto Lila. Non ero capace di affidarmi a sentimenti veri. Non sapevo farmi trascinare oltre i limiti. Non possedevo quella potenza emotiva che aveva spinto Lila a fare tutto per godersi quella giornata e quella nottata. Restavo indietro, in attesa. Lei invece si prendeva le cose, le voleva davvero, se ne appassionava, giocava a tutto o niente, e non temeva il disprezzo, lo scherno, gli sputi, le mazzate. Lei insomma s'era meritata Nino perché riteneva che amarlo significasse provare ad averlo, non sperare che lui la volesse."
"Storia del nuovo cognome" è un genere di libro, che a me piace molto, perché non si sofferma solo al racconto dei fatti della vita delle due protagoniste contornate da amore, tradimento, sofferenza, rivalità, gelosia ecc., ma entra nell'animo femminile, l'autrice cerca di raccontare le mille sfaccettature dei sentimenti, dell'emozioni e delle passioni che si provano ogni giorno affrontando la quotidianità, nel libro troviamo il continuo oscillare tra il carattere forte e distruttivo di Lila e quello accomodante e complesso di Lenù, questo ce lo rende affascinante, irresistibile e ammaliante.
"La mia vita mi spinge a immaginarmi come sarebbe stata la sua se le fosse toccato ciò che è toccato a me, che uso avrebbe fatto della mia fortuna. E la sua vita si affaccia di continuo nella mia, nelle parole che ho pronunciato, dentro le quali c'è spesso un'eco delle sue, in quel gesto determinato che è un riadattamento di un suo gesto, in quel mio di MENO che è tale per un suo di PIU', in quel mio di PIU' che è la forzatura di un suo di MENO senza contare ciò che non ha mai detto ma mi ha lasciato intuire, ciò che non sapevo e che poi ho letto nei suoi quaderni. Così il racconto dei fatti deve fare i conti con filtri, rimandi, verità parziali, mezze bugie: ne viene una estenuante misurazione del tempo passato tutta fondata sul metro incerto delle parole."
E adesso non mi resta che leggere il terzo volume....per sapere nuove verità sull'amicizia che lega Lila e Lenù!
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